In passato Holger Rune aveva creato più di un problema a Jannik Sinner. Per esempio, un anno fa, eliminandolo in semifinale a Montecarlo. Ma la musica è cambiata, oggi tira un'altra aria e l'altoatesino è cresciuto a dismisura, arrivando fino al numero 2 del ranking Atp ma soprattutto facendo lo scatto mentale che distingue un ottimo, grande giocare da un potenziale fenomeno generazionale.
Il danese, invece, no: è sempre il "bambinone viziato", forse il giocatore meno amato del circuito del tennis mondiale, capace di grandi colpi e di sceneggiate irritanti, spesso pensate per rompere la superiorità degli avversari, farli innervosire e, in buona sostanza, fregarli.
Ci ha provato anche venerdì, quando si è seduto polemicamente in panchina dopo un punto contestato. Era il secondo set, Sinner era in vantaggio e "vedeva" la vittoria ma alla fine, alla ripresa del gioco, ha perso il bandolo della matassa cedendo al tie-break sprecando anche due palle match. Al terzo, però, il campione di San Candido ha semplicemente annichilito il 20enne numero 7 al mondo, prendendosi la rivincita del 2023 e guadagnano la semifinale dove affronterà il temibile Tsitsipas, che nel Principato ha già vinto nel 2021 e nel 2022.
"E' stata sicuramente una partita difficile - ha ammesso Sinner dopo la vittoria su Rune -. Ho avuto certamente qualche possibilità nel secondo set per poter chiudere la partita. Non le ho sfruttate e poi il match si è notevolmente complicato. Si sa, questo è il tennis. In alcune circostanze fai break alla prima opportunità, in altre pur costruendoti tante occasioni non riesci mai a concretizzarle. A quel punto, perso il secondo ho cercato soltanto di rimanere concentrato sul campo e su ciò che avrei dovuto fare per vincere l'incontro".