Paolo Tomaselli per il Corriere della Sera
Può un' azienda delle dimensioni della Juventus scegliere il prossimo allenatore tenendo conto anche delle preferenze di un suo giocatore? Sì, se si chiama Cristiano Ronaldo e a sua volta è un' azienda di prima grandezza nel suo campo.
Questo non vuol dire che la Juventus possa accontentare il portoghese e portare a Torino il suo allenatore preferito, dopo Sir Alex Ferguson, ovvero Carletto Ancelotti. Il legame tra i due è fortissimo, non solo perché con il tecnico italiano il Real di Ronaldo ha spezzato il maleficio della Decima Champions: Ancelotti è stato per CR7 una figura paterna, che ne ha compreso appieno la fame di successo.
«Ho una clausola al 30 maggio - ha spiegato a sorpresa il tecnico del Napoli domenica dopo la vittoria sull' Inter - e spero che la società la eserciti». Il matrimonio Ancelotti-De Laurentiis in effetti sembra destinato a durare e Cristiano se ne farà una ragione. Come del resto su Zidane, che deve risollevare il peggior Real del nuovo millennio e l' altro giorno ha alzato la voce: «Se non posso intervenire sulla costruzione della squadra, allora che ci sto a fare?».
Guardiola è il sogno proibito della maggioranza del popolo bianconero. Per Ronaldo è il vecchio «nemico» che incuriosisce: anche solo per chiedergli come mai non ha citato il Real nelle squadre più forti del decennio e perché abbia definito Bernardo Silva, suo giocatore nel City, come «La» stella della Nazionale portoghese. Un doppio caso di rimozione? Rimosse potrebbero essere anche le scorie accumulate con José Mourinho ai tempi del Real, che portarono lo Special One, seguito come Cristiano dall' onnipotente Jorge Mendes, a dire che «il vero Ronaldo» è quello brasiliano.
Bazzecole, di fronte alla ragion di stato. E comunque Mourinho è libero. Un particolare da non trascurare in questa affollata volata per il post Allegri.
il dito medio di sarri verso alcuni contestatori
Anche Maurizio Sarri dopo la finale di Europa League però potrebbe presto diventarlo, di comune accordo col Chelsea che vuole Lampard al suo posto. Alla Hall of Fame del calcio, ieri a Firenze, Marcello Lippi che nel mondo juventino ha un certo peso, ha ridimensionato la candidatura di Sarri per la Juve: «Parliamo di cose serie...». Ma l' ex tecnico del Napoli al momento è in pole.
Con lui resiste Simone Inzaghi, che ha un altro anno di accordo con Lotito, ma in caso di investitura bianconera potrebbe avere il via libera. Il Ronaldometro nel caso dei due italiani è tiepido (mentre è freddo verso i metodi di Conte), soprattutto con Sarri che ha un sistema di gioco ben definito e lontano dalle attuali caratteristiche di Ronaldo. Inzaghi junior è molto più flessibile, ma per età e curriculum sarebbe il tecnico che sconterebbe più di tutti una certa «sudditanza» verso il campione. Uno scenario non per forza negativo (CR7 non è mai stato un mangia allenatori a prescindere), ma comunque con dei rischi d' impresa elevati per Paratici e Nedved che hanno spinto per l' addio di Allegri e devono proporre un' alternativa - almeno - dello stesso livello.
simone inzaghi foto mezzelani gmt50
Potrebbe essere Mauricio Pochettino come insistono in Inghilterra, prefigurando anche uno «scambio» con Allegri che andrebbe sulla panchina del Tottenham? L' argentino è un tecnico emergente, deve liberarsi da un contratto molto oneroso, ma resta un profilo ideale. Ed è così empatico in tutte le sue manifestazioni che dopo aver battuto l' Ajax in semifinale di Champions, ha fatto il gesto degli «huevos» nello spogliatoio. Una citazione di Ronaldo, che aveva cancellato il gestaccio inaugurato dal Cholo, eliminandolo con una tripletta. Per entrare nello spogliatoio giusto, quello di Cristiano, potrebbe anche essere un bel biglietto da visita.
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