1 - IL PESO DI ESSERE IL CENTRAVANTI DELL'ITALIA SCAMACCA HA LE SPALLE GROSSE PER SOPPORTARLO
Estratto dell'articolo di Antonio Barillà per “la Stampa”
A Iserlohn C'erano Gigi Riva e Paolo Rossi, Altobelli e Graziani, Schillaci e Vialli, Vieri, Inzaghi e Montella, Toni e Gilardino. Ci siamo fermati lì, la crisi del centravanti si trascina ormai da diciott'anni: Balotelli ha disatteso le promesse, Immobile e Belotti non hanno sfondato, Gabbiadini, Pellé e Zaza sono stati meteore, abbiamo testato Paloschi, Petagna, Cutrone e Pinamonti, riposto speranze in Kean e imbarcato Lucca, sfruttato le radici di Retegui, fino ad abbracciare un ragazzone che impasta tradizione e modernità del ruolo: Gianluca Scamacca […]
Spalletti, […] non l'ha portato negli States per un ritardo banale solo in apparenza e non ha esitato, tra tanti complimenti, a definirlo pigro. Ben fatto perché da quell'esclusione per cui oggi ringrazia, aggiungendo con un sorriso che gli costò lo psicologo, il numero 9 ha segnato 10 gol in due mesi. Con la partecipazione straordinaria di Gasperini, uno che sa costruire ma anche rigenerare talenti. […]
LUCIANO SPALLETTI GIANLUCA SCAMACCA
Scamacca può restituirci l'orgoglio di un ruolo perduto o snaturato, complici distorsioni tattiche nei vivai, dove nessuno insegna più a puntare la porta, e l'importazione eccessiva – effetto o causa? - di stranieri. Pensate che l'atalantino è dodicesimo ma primo italiano tra i marcatori di Serie A, nonché unico centravanti autoctono nelle prime sei classificate. Aspettando Camarda, stellina del Milan e dell'Under 17 che Ibrahimovic ha definito più forte di lui alla sua età […] ci affidiamo al carattere, non solo alle qualità, di Gianluca.
[…] Nella Francia il re dei gol di tutti i tempi è Giroud, già incalzato da Mbappè, e nell'Inghilterra Kane, il nostro rimane Riva, ultimo match azzurro nel 1974.
2 - SCAMACCA IL GRIMALDELLO DI SPALLETTI: SONO PRONTO
Estratto dell'articolo di Alessandro Bocci per il “Corriere della Sera”
L’uomo dei sogni azzurri riempie i venti minuti in sala stampa di «boh», come faceva un suo illustre predecessore: Bobo Vieri. Speriamo che l’accostamento con uno dei centravanti più forti dell’era moderna sia di buon auspicio per Gianluca Scamacca, il nostro nove e al tempo stesso il nostro sole. Quello che può aiutarci a colmare il gap con le regine dell’Europeo. […]
Per Scamacca è il momento della verità nel cuore di una carriera piena di promesse che non ha saputo mantenere. Ora l’orizzonte è cambiato e l’avventura che sta per cominciare potrebbe lanciarlo in un’altra dimensione. […]
Se ci riusciremo sarà anche perché Scamacca avrà lasciato il segno. Un centravanti così lo aspettiamo da un altro Europeo, nel 2012, quando Balotelli (insieme con Cassano) aveva lanciato l’Italia di Prandelli verso la finale. Fisico da centravanti, piedi da trequartista, segna e fa segnare. 20 reti in stagione, una sola con la Nazionale, quella dell’illusione a Wembley contro l’Inghilterra, nell’unica sconfitta spallettiana. […]
Spalletti lo aveva escluso dalla tournée negli Stati Uniti dopo che a Leverkusen, prima della cruciale partita con l’Ucraina, aveva trascorso la notte della vigilia alla playstation e non si era svegliato in tempo per la riunione tecnica. Quello schiaffo è stato salutare: «Ha fatto bene a escludermi», dice l’atalantino che da quel giorno si è scatenato: 10 gol e giocate da campione.
Così è tornato al centro dell’azzurro anche se l’allenatore non manca di pungolarlo: «Non so se sono pigro, come ha detto il c.t., non credo di esserlo, anzi non lo sono se sono venuto qui a parlare con voi…». È stato allenato da Thiago Motta e De Zerbi, ma quello che gli ha consentito di dare una svolta alla carriera è stato Gasperini: «Non finirò mai di ringraziarlo, ha toccato le corde giuste e mi ha permesso di fare click». […]
Impensabile a inizio primavera. Ma il calcio è bello anche perché regala certe storie. «Sono pronto. Arrivo qui dopo un bel finale di stagione e so che è un momento importante per me e per la mia carriera. Vorrei portare positività e gol e cominciare con una vittoria». […]
Ora è davanti al bivio più importante: deve chiudere definitivamente con il passato rumoroso e ingombrante e aprire una finestra con vista su un futuro da re. «C’è troppo scetticismo nei miei confronti. Non è vero che sono poco cattivo. La verità è che molti dimenticano che gli infortuni mi hanno penalizzato. Così è successo l’anno scorso al West Ham e nei primi mesi all’Atalanta. Ora però sto bene». Ed è pronto per una nuova vita.
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