Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”
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Tre ipotesi di reato e un indagato. L' inchiesta della Procura della Repubblica di Avellino sui tamponi ai giocatori della Lazio processati dal centro polispecialistico Futura Diagnostica del capoluogo irpino è alle battute iniziali ma lo scenario sul quale si indaga, se confermato dai futuri sviluppi investigativi, avrebbe risvolti inquietanti.
L' ufficio coordinato dal procuratore facente funzioni Vincenzo D' Onofrio ha aperto un fascicolo in cui i titoli di reato sono quelli di falso, truffa in pubbliche forniture e epidemia colposa. E chiaramente è soprattutto quest' ultima ipotesi a fare effetto. E a dare la dimensione della gravità dei fatti che potrebbero emergere dalle indagini affidate agli uomini della Guardia di Finanza.
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Sono stati loro, sabato pomeriggio, a presentarsi a Formello e a farsi consegnare tutti i referti rilasciati da Futura Diagnostica, mentre altri militari acquisivano materiale analogo presso la sede del laboratorio ad Avellino. Intanto veniva iscritto nel registro degli indagati Massimiliano Taccone, presidente del consiglio di amministrazione della società titolare del laboratorio dicui è proprietario suo padre Walter.
Al momento non ci sono altri indagati, e la Lazio ostenta sicurezza, facendo sapere tramite uno dei suoi avvocati, Gianmichele Gentile, di non temere alcun coinvolgimento sia per il presidente Lotito che per il medico sociale Ivo Pulcini.
Non si può tuttavia escludere che i magistrati irpini, nell' ottica di fare chiarezza sull' intera vicenda, possano chiedersi come mai una società che ha sede nella capitale scelga un laboratorio di un' altra città - peraltro distante 250 chilometri - per eseguire un esame come quello sulla eventuale positività al Covid 19, e non segua invece la strada percorsa da quasi tutte le società di serie A che fanno riferimento ai centri Synlab.
Secondo la spiegazione fornita dalla Lazio ai media, l' unica alternativa nella regione sarebbe stata rappresentata dal Campus biomedico che si trova nei pressi di Trigoria. Ma lì ci sono file ogni giorno e Lotito avrebbe preferito evitare che ai suoi giocatori fosse riservato un trattamento agevolato. Quindi la scelta di andare ad Avellino, rivolgendosi a un laboratorio che in passato ha già lavorato per la Salernitana, altra società calcistica appartenente al patron laziale.
Questa motivazione, in ogni caso, non toglie e non mette nulla alla vera questione che ha fatto muovere prima la Procura federale e poi anche quella ordinaria. E cioè come mai i tamponi risultati negativi presso Futura Diagnostica si sono poi rivelati positivi quando l' esame è stato ripetuto dall' Uefa prima della partita di Champions tra i biancocelesti e il Bruges?
Tornando poi negativi prima di Torino-Lazio e di nuovo positivi alla vigilia della gara con la Juventus. È quello che vorranno stabilire i magistrati di Avellino, probabilmente chiedendone conto direttamente a Taccone.
Che finora ha sempre difeso l' operato del suo laboratorio ribadendo la negatività dei test sui tre giocatori risultati poi positivi, Leiva, Strakosha e Immobile. E sostenendo che soltanto il tampone del centravanti evidenziava una lieve reattività di un gene comunque non indicativo di un' infezione da Covid 19.
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