Alessandra Gozzini per “la Gazzetta dello Sport”
Un nuovo appuntamento per aggiornare la questione, che per i club resta di prioritaria importanza: il tema è sempre quello del taglio degli stipendi dei giocatori e l' occasione ha richiamato in video conferenza tutte le società di Serie A. Quasi tutte: non la Juventus, che ha già raggiunto un' intesa con i propri tesserati, ma tutti gli altri sì.
Ognuno (rappresentato da presidente o altri dirigenti) accompagnato dal legale della società.
E anche la Lega intorno a cui i club si riuniscono ha nominato il proprio. Un confronto tecnico in cui si è ridiscusso di strategie, e di come tentare di raccogliere le iniziative autonome delle società in un filo conduttore comune. La Lega ha già espresso il proprio punto di vista: linea dura, taglio degli ingaggi di marzo e aprile e raddoppio delle mensilità (comprese ora maggio e giugno) se il campionato non dovesse riprendere. Quello che la riunione voleva stabilire era un percorso condiviso attraverso cui raggiungere l' obiettivo finale: aspetti giuridici che definiscano precisi contorni entro cui le società possano attivarsi.
L' Aic si è già opposta, i non iscritti al sindacato valuteranno come replicare insieme ai propri compagni di squadra.
Un' altra riunione ha visto confrontarsi Lega, Figc e varie altre componenti federali convocate dal presidente Gravina: si è tracciata una prima bozza di riforma delle licenze nazionali.
In sostanza i club cercano un posticipo delle varie scadenze data l' eccezionalità della situazione, che ha inciso anche sui bilanci. Parti al lavoro per stabilire i termini delle eventuali proroghe: oltre ai club di A, attenzione massima dalle società di B e C. Oggi la Federazione farà un punto della situazione con esponenti del governo: un aggiornamento su tempi e modi dell' eventuale ripresa. E martedì la Figc riunirà di nuovo la Commissione medico-scientifica per recepire le loro indicazioni, che verranno integrate con quelle delle Leghe.
PURE IN CINA FORBICI SUI COMPENSI IN SPAGNA ORA TOCCA AL VALENCIA
Filippo Maria Ricci per “la Gazzetta dello Sport”
I tagli della Cina, la solidarietà della Spagna. Anche l' Eldorado calcistico cinese ha deciso di prendere provvedimenti di fronte al perdurare della crisi causata dal coronavirus. La nuova stagione calcistica cinese avrebbe dovuto iniziare il 22 febbraio scorso ed è stata rinviata sine die. Si spera di poter tornare in campo a fine maggio, ma le certezze sono poche.
Nell' attesa la federcalcio cinese ha fatto sapere ai club delle prime tre divisioni che dovranno prepararsi a tagliare gli stipendi. Dalla Cina non sono trapelate cifre o percentuali precise, però si parla di un taglio sostanziale, «ragionevole» ha detto la federcalcio cinese. A stipendi notoriamente altissimi, soprattutto per gli stranieri visto che per i giocatori locali c' è un tetto salariale.
Il taglio sarà retroattivo: il regime di austerity entrerà in vigore dal 1° marzo scorso. E condizionerà anche il mercato: difficile pensare ad investimenti milionari come nel recente passato.
In Spagna il Valencia sta per diventare il settimo club di Liga ad applicare la riduzione dei salari dopo Barça, Real Madrid, Atletico, Siviglia, Espanyol e Alaves. Se le grandi società sono in crisi, le piccole rischiano il fallimento. E per dar loro una mano la federcalcio spagnola ha avviato diverse misure di solidarietà concedendo prestiti senza interessi per un valore complessivo superiore ai 40 milioni di euro alle società di Segunda B e Tercera, terza e quarta serie del calcio spagnolo. Oltre a concedere loro l' accesso a 4 milioni di euro del fondo cassa federale. Sono stati avviati programmi di sovvenzione per le federazioni regionali, il sindacato e le associazioni calciatori. La ripartenza del calcio è ancora lontana, il premier spagnolo ha detto ieri che probabilmente il periodo di emergenza si allungherà dopo il 26 aprile, la solidarietà però è già in marcia.