E.Si. per “la Repubblica”
Le lacrime più struggenti erano quelle del "colpevole", il sudcoreano Son. A un quarto d' ora dalla fine di Everton-Tottenham (finirà 1-1), il portoghese ex Barcellona André Gomes, all' Everton da due stagioni, scappa a Son sulla fascia sinistra.
Son gli entra "normale", un po' da dietro ma niente di clamoroso: il dramma è che la caviglia destra di Gomes rimane piantata a terra seguendo il piede, ma la gamba no. Cadendo Gomes va anche a sbattere, già in torsione innaturale, contro Aurier. Arrivano sanitari e barella.
Quando Son capisce cosa è successo (orribile l' immagine del piede destro di Gomes ruotato) inizia a piangere. È un pianto disperato e dirotto. L' arbitro Atkinson è costretto ad estrarre il cartellino rosso perché Son era già ammonito. Forse meglio così perché il sudcoreano, ragazzo noto per la sua "disumana umanità" come ebbe a dire lo scorso anno il suo centravanti Harry Kane, non riesce a smettere di piangere nemmeno quando sono gli avversari che tentano di confortarlo. Non era più in grado di proseguire. In realtà erano tutti scossi. I corpi martoriati di un calciatore sono un momento atroce. Le bandiere non esistono più. Ci si può soltanto raccogliere.
Come ha fatto Aurier che si è messo a pregare davanti a tutti.