Francesca Russi per la Repubblica
L' Astronave di Renzo Piano non decolla più.
Il tempio del calcio di Italia '90 dove Roberto Baggio e Totò Schillaci firmarono i due gol che valsero agli azzurri la vittoria sull' Inghilterra e il terzo posto nella Coppa del mondo è stato profanato. Dall' incuria e dal tempo.
Così lo stadio San Nicola di Bari, considerato uno dei più belli d' Europa, sottoposto a vincolo architettonico dal ministero dei Beni culturali come opera moderna di elevato interesse, vive la sua notte più buia. Altro che notti magiche. I Mondiali di 28 anni fa rimangono solo un ricordo sbiadito dall' erba arsa dal sole d' estate e dai petali di copertura volati via in una notte di bufera.
I pannelli in teflon che conferiscono all' impianto la peculiare forma di un' astronave sono stati strappati dal vento: a proteggere i settori di tribune e curve hanno resistito solo 16 petali su 26. Per rimetterli a posto ci vogliono almeno 1,7 milioni di euro: soldi che né il Comune di Bari, proprietario dello stadio, né l' Fc Bari 1908, società che ha in gestione l' impianto, hanno a disposizione. A dirla tutta, alla società biancorossa sono mancate persino le somme per pagare l' acqua al punto tale che l' Acquedotto pugliese ha dovuto procedere al distacco della fornitura idrica per morosità: l' Fc Bari non ha saldato bollette per 13.653 euro nel corso dell' ultimo anno. A testimoniare il declino del monumento avveniristico progettato dall' archistar Renzo Piano in occasione dei mondiali di Italia '90 c' è anche l' ultima iniziativa del patron del Bari, Cosmo Antonio Giancaspro, che ad aprile scorso ha pensato bene di organizzare all' interno del San Nicola la festa di compleanno per i 18 anni della figlia installando led luminosi nel campo per proiettare dediche e auguri.
Ecco la fine che ha fatto l' opera che solo nel 2007 aveva ricevuto con decreto del ministero dei Beni culturali il «riconoscimento del particolare carattere artistico».
Significava a tutti gli effetti equipararla a un monumento.
«L' opera è riconosciuta di indiscussa qualità architettonica e rappresenta un' evoluzione del tipo edilizio di pertinenza sia per lo studio della forma planimetrica e distributiva delle gradinate, delle strutture di servizio e dell' accessibilità che per le soluzioni strutturali adottate» furono le motivazioni a corredo del vincolo artistico. E, se sulla qualità architettonica non si discute, su quella delle manutenzioni e della gestione si apre un ampio capitolo. Tutto da scrivere visto che «l' attuale stato di conservazione dello stadio San Nicola - si legge nella relazione tecnica commissionata un anno fa dal Comune di Bari all' ingegnere Bartolemeo Silvestri - risulta non adeguato a seguito del normale deterioramento causato dall' usura nel tempo e da atti vandalici, che richiedevano interventi di manutenzione. Poi, gli eventi atmosferici distruttivi hanno causato ulteriori danni».
I petali sono volati, i sediolini nelle curve sono stati distrutti, i rubinetti sono rimasti a secco per oltre due settimane prima l' Fc Bari provvedesse a saldare il debito con l' Acquedotto, la pista di atletica che circonda il campo da gioco è inutilizzabile. E, di colpo, lo stadio San Nicola, anno di costruzione 1990, posti a sedere 58.270, il quarto impianto calcistico più grande d' Italia, è diventato incredibilmente vecchio. Progetti per il restyling, in realtà, ce ne sono: la società biancorossa ha presentato a dicembre scorso in collaborazione con "B Futura" lo studio di fattibilità per un nuovo e più moderno stadio. In una delle opzioni messe nero su bianco, subito scartata dal Comune di Bari, era ipotizzato addirittura l' abbattimento; secondo i tecnici, buttare giù la struttura e costruirne un' altra sarebbe più economico che provvedere alla riqualificazione. Ma il sindaco Antonio Decaro non ne ha voluto sapere: si è opposto a nuovo cemento e ha chiesto di tutelare il vincolo. Anche se, su richiesta dell' Fc Bari, il Comune ha appena scritto a ministero dei Beni culturali e Anac per chiedere se, alla luce delle nuove normative su appalti e concorrenza, il vincolo autoriale, frutto di una legge del 1941, sia ancora valido.
Rimane sul tavolo l' idea di eliminare la pista di atletica e avvicinare la gradinate al campo da gioco per offrire agli spettatori - 21mila la media dei presenti sugli spalti negli ultimi due anni di rincorsa della serie A - una visuale migliore senza intaccare la forma dell' astronave. Per il progetto ci vogliono 120 milioni di euro. Per ora l' Fc Bari, alla ricerca di 4,6 milioni di euro per ricapitalizzare la società ed evitare il fallimento, è stata impegnata a racimolare i 13mila euro dell' acqua.