Daniele Dallera per il ''Corriere della Sera''
Il tam tam dello sport trasmette segnali preoccupanti e improntati alla resistenza attiva. Da federazione a federazione fino al Palazzo del Coni si dice, addirittura si urla: Vincenzo Spadafora sta mettendo le mani sullo sport, il ministro intende diventare padrone del settore. Come?
Facendo fuori tutti i capi, a cominciare da Giovanni Malagò, numero 1 del Coni. Piazzando la barriera invalicabile di due mandati per la presidenza del Coni, il suo cammino finirebbe qui. Pensava di candidarsi al terzo governo dello sport italiano, i conti di Spadafora sono diversi.
VINCENZO SPADAFORA GIOVANNI MALAGO'
Certo fa impressione una manovra che va a colpire l' uomo che ha riportato l' Olimpiade in Italia, se Milano-Cortina 2026 ha battuto Stoccolma-Aare lo si deve al lavoro di Malagò. Nel testo della legge che andrà al voto non in Parlamento ma al Consiglio dei ministri, c' è un elemento letterale che potrebbe salvare Malagò, là dove si parla di «2 mandati ad eccezione dei membri Cio»: Malagò ha anche questo ruolo, prestigioso nel mondo.
Spadafora ha colto di sorpresa un po' tutti, sicuramente anche Malagò, perché la bozza della riforma dello sport fatta girare non faceva cenno ai paletti fissati per le presidenze. Se lo sport ha bisogno di aria fresca e facce nuove, qui Spadafora ha ragione, ci sono dirigenti federali attaccati con la colla alle loro poltrone da una vita, 5-6-7 mandati alle spalle, le riforme però vanno fatte bene, rispettando tempi, storie e successi personali, strategie.
Chimenti, presidente del golf e vicepresidente del Coni, secondo il metodo Spadafora dovrebbe andare in pensione, proprio quando in Italia arriverà la Ryder Cup, uno degli eventi sportivi più prestigiosi al mondo: Chimenti 10 e lode.
Stessa fine farebbe Angelo Binaghi: le Atp Finals non sono finite a Torino per caso, ma per la fatica imprenditoriale e diplomatica di Binaghi a livello internazionale.
franco chimenti giovanni malagò massimo fabbricini foto di bacco
Gianni Petrucci, alla guida del basket italiano: un brusco prepensionamento anche per lui, l' uomo che ha presieduto per 14 anni il Coni, coraggioso in certe azioni e posizioni politiche, guarda caso anti Spadafora. L' uomo d' oro dello sport italiano, Paolo Barelli: il nuoto italiano è forte sicuramente grazie a talenti come Pellegrini e Paltrinieri, ma questi campioni, e molti altri, sono cresciuti sotto la presidenza di Barelli. In pericolo la voglia di ricandidarsi di Gravina, numero 1 del calcio, o del suo eventuale rivale, Sibilia, che potrà sì impegnarsi, ma per un solo mandato.
I numeri diventano impressionanti, scendendo nella scala gerarchica fino ai comitati regionali e provinciali: a fare le valigie sarebbero circa 1.000 dirigenti.
In queste ore si susseguono riunioni, incontri, alcuni carbonari, si sprecano naturalmente le telefonate: la reazione dello sport potrebbe essere veemente e portare a un documento unitario che metta in crisi la leadership ministeriale di Spadafora.
Anche la maggioranza di governo è divisa, Pd e Italia viva sono contrari alla impostazione del ministro. È naturalmente una lotta di potere, basta che non ci rimetta lo sport, anche perché la nuova legge contempla aspetti sociali importanti, validi: ma se poi è proprio il ministro a scatenare la guerra, c' è da aspettarsi una reazione del mondo dello sport. Che potrebbe arrivare anche dal Cio, il comitato olimpico internazionale. Attenzione a Tokyo 2021.