La Stampa con Gugliemo Buccheri fa il punto sulla Nazionale, anche sul versante tecnico ossia quello della panchina dove Luciano Spalletti non è più sfacciatamente solido come fino a un mese fa.
Scrive La Stampa:
Spalletti si ritrova in una posizione non più dominante. Le date del 4 novembre può segnarne il nuovo confine perché, dal giorno dopo, la nuova governance ne giudicherà l’operato in Nations League con esiti anche sorprendenti: se il ct del disastro tedesco non darà risposte in empatia e gioco tra settembre o ottobre certificherebbe il secondo fallimento in poco più di un anno, troppo per non dover correre ai ripari. Tradotto: una presidente appena eletto sarebbe legittimato a dar vita ad un nuovo progetto tecnico per non mettere a rischio il nostro cammino verso il Mondiale 2026 che comincerebbe il prossimo marzo. Uno scenario raccontato con eccessiva fretta? No, uno scenario realistico.
Spalletti è uno dei responsabili di quella che Abodi chiama «resa morale». Non l’unico, ma tra i principali. E se Gravina verrà giudicato nelle urne, il ct toscano dovrà superare gli ostacoli Francia, Israele e Belgio in campo: il risultato sarà importante, l’atteggiamento ancora di più. Un padre della patria calcistica pronto a dare il suo contributo c’è già: Claudio Ranieri. E senza scomodare i padri della patria del nostro pallone, Massimiliano Allegri potrebbe ritrovarsi alla finestra. Il caso è Nazionale.
GRAVINA SPALLETTI BUFFON gravina spalletti buffon