Guglielmo Buccheri per “la Stampa”
Appeso ad un filo. Ma ancora in campo. Carlo Tavecchio, presidente di una Figc sotto assedio dall' ora in cui il Mondiale è svanito, si giocherà il proprio spareggio dentro ad consiglio federale annunciato fra i più drammatici della recente storia del nostro pallone. Tavecchio non molla e fa i conti: senza tradimenti, dieci saranno le mani alzate (compresa la sua) al programma, rivisto e, si spera, migliorato e sette i pollici verso il basso. Ma c' è chi fa conti diversi e dà per certo il rovinoso ko tecnico.
«Dimettermi? E perchè?», la risposta di Tavecchio a chi, in tanti, gli hanno consigliato un passo indietro nella giornata più difficile. Un passo indietro per gestire la fase pre-elettorale o, magari, per mostrare quella sensibilità istituzionale che possa servire ad aprire nuove porte (una voce: la presidenza della futura Lega di A...). Niente di tutto questo: Tavecchio è deciso ad affrontare il governo del nostro pallone ricordando i suoi successi politici - l' appoggio, incondizionato, alla candidatura, vincente, di Infantino alla Fifa e di Ceferin all' Uefa - e la stagione delle riforme, per ora, annunciate, come la riduzione dei campionati, il semi-professionismo nella Lega di C e le seconde squadre.
Il tradimento temuto Tavecchio fa i conti e, nel suo pallottoliere, mette anche l' appoggio della Lega di B, oggi commissariata, ma pronta al voto giovedì, e quello della Lega di A che, a metà dicembre esprimerà i propri tre consiglieri federali una volta uscita dalla fase commissariale: proprio per questo, il numero uno della Figc chiederà ai consiglieri una tregua, in attesa che al tavolo più importante tornino anche chi espressioni dei club di A e B. Che cosa potrebbe far cadere i numeri dalle mani dell' attuale, fragilissimo, numero uno della Figc? I tradimenti, al primo posto.
C' è una Lega Dilettanti, infatti, che non vuole passare alle cronache come l' unica a sostenere un governo del calcio tanto strattonato ed in basso nell' umore degli italiani: i Dilettanti si sono dati appuntamento, questa mattina, prima dell' inizio del consiglio in Federcalcio per decidere la rotta da seguire. Sei sono i loro voti, tutti e sei indispensabili per la sopravvivenza di Tavecchio: voteranno compatti per la continuità?
Il ribelle, uscito allo scoperto per una giusta causa, è Andrea Montemurro, presidente della divisione del Calcio a 5: il giovane dirigente chiede la gestione della sua Nazionale da tempo e, questa gestione avrà, scendendo dall' Aventino. Così, la palla avvelenata è nelle mani di Cosimo Sibilia, senatore della Repubblica e grande elettore di Tavecchio: Sibilia è combattuto, la base in subbuglio. Tradire o meno, è il dilemma. Farlo per il bene comune, la tentazione.
Sullo sfondo, ecco l' intreccio istituzionale legato alle elezioni politiche i n agenda per marzo: Tavecchio, se il tempo della resa dei conti si allungasse, potrebbe specchiarsi in un quadro politico più favorevole qualora dovesse prevalere, nell' urna, il centrodestra, con un nuovo ministro dello sport e nuovi scenari. Stessa considerazione potrebbe essere fatta per il senatore di Forza Italia Sibilia, nel caso venisse indicato come candidato al dopo Tavecchio.