1 - HIGUAIN: NON POTEVO STARE UN MINUTO DI PIU’ CON ADL
Domenico Latagliata per “il Giornale”
Venti minuti scarsi, già indossando la divisa ufficiale bianconera, per dire la sua. Provando inizialmente a non farsi coinvolgere dalle polemiche e a dirsi semplicemente «felice di essere qui». Però, strada facendo, Gonzalo Higuain dice chiaro e tondo che il suo arrivo alla Juventus è da addebitare al comportamento di De Laurentiis: «Non sarei rimasto con lui un solo minuto in più».
Partiamo dal Napoli: vuole rivolgere un messaggio ai suoi vecchi tifosi?
«Certamente: li ringrazio per l' amore che mi hanno dato e per come si sono sempre comportati nei miei confronti. Finora sono rimasto in silenzio, ma ho letto e ascoltato di tutto: capisco la loro arrabbiatura e per certi versi anche gli insulti. A Napoli ho trascorso tre anni meravigliosi, ma ho fatto una scelta e ora penso alla Juve: il mio presente e il mio futuro sono qui».
Sarri si è lamentato di non avere ricevuto nemmeno una telefonata da parte sua.
«Ho deciso di restare in disparte, godendomi la vacanza con la famiglia e i miei amici. Del mister parlo solo bene: è stato un grandissimo allenatore. Se si è arrabbiato, gli chiedo scusa. Lo saluto da qui».
E a De Laurentiis cosa vuol dire?
«Non gli devo dire nulla. La pensavamo diversamente: il modo in cui ragionava non era il mio. La scelta di lasciare Napoli è stata dettata da alcune sue decisioni. Mi ha spinto lui ad agire così: altro non dico».
Era un problema di ambizioni societarie?
«Dopo tre anni, era arrivato il momento di cambiare aria. Ringrazio tutti, lo ripeto ancora. Ma non De Laurentiis, con il quale non avevo più alcun tipo di rapporto. Lui non è stato bene con me e io non avevo voglia di passare un solo minuto in più in sua compagnia».
Quando è nata la trattativa con la Juventus?
«Penso solo all' oggi e al futuro che mi aspetta».
Vuole rispondere a Totti, che un paio di giorni fa ha parlato di «nomadismo monetario» a proposito dei grandi giocatori che cambiano squadra?
«Sull' argomento non ho nulla da dire. Francesco è e rimane un grandissimo calciatore».
Cosa si prova a essere diventato il giocatore più pagato nella storia della serie A?
«Non me ne rendo ancora conto, in effetti. Di sicuro dovrò dimostrare di valere i soldi che hanno deciso di spendere per portarmi a Torino».
Perché la Juve?
«Perché è una grandissima squadra, con una mentalità vincente e un progetto incredibile. Sono qui per dare una mano a tutti, ringraziando Agnelli, Marotta e Paratici per gli sforzi fatti. Speriamo di vivere una grande stagione».
Che idea si era fatto della Juventus?
«Questa è una società conosciuta ovunque nel mondo, un super club abituato a vincere: è il motivo principale che mi ha spinto qui. Non è stato per nulla facile lasciare Napoli, ma era la miglior decisione possibile per la mia carriera».
Dybala l' ha aiutata a prendere questa decisione?
«Gli ho parlato, certo. Abbiamo un ottimo rapporto, anche in Nazionale. Dove spero che ci ritroveremo: se faremo bene con la Juventus, sarà una logica conseguenza.
Il triplete è un obiettivo raggiungibile?
«Qui sono abituati a vincere. Non sarà facile, ma quello deve essere il nostro pensiero fisso».
C' è un giocatore del passato della Juve che le piaceva in particolar modo?
«Quando ero al Real Madrid, ammiravo Del Piero. È sempre stato uno dei miei preferiti».
Si immagina in competizione con Mandzukic?
«Immagino una Juventus formata da tantissimi grandi calciatori. La concorrenza non è mai stata un problema: c' era anche a Madrid, con i vari Raul e Van Nistelrooj. Ognuno però ha avuto lo spazio che si meritava. Sarà lo stesso anche qui: ragioneremo e lotteremo tutti insieme per il bene comune».
Peggio avere a che fare con la difesa della Juve tutti i giorni in allenamento o due volte all' anno, da avversario?
«Sarà la conferma che i grandi giocatori non mancano. E che ognuno gioca per il proprio compagno, senza aspettare che il singolo risolva la situazione».
Si è molto favoleggiato sulla sua nuova casa torinese da 30.000 euro al mese di affitto, con piscina interna e chissà cos' altro: andrà davvero a vivere lì?
«A volte escono notizie davvero singolari: non ci sono mai stato e questi sono i miei primi giorni torinesi. Non lo so ancora, comunque. È però buffo che qualcuno abbia anche pubblicato una mia foto lì dentro».
2 - QUEL RIGORE SBAGLIATO, L' IRONIA SUL PESO: COSÌ SI È ROTTO IL RAPPORTO
Monica Scozzafava per il “Corriere della Sera”
Fosse stata un'esigenza esclusivamente economica, Gonzalo Higuain avrebbe accettato l'offerta indecente dei cinesi dell'Hebei. L'ambizione del centravanti argentino, autore di 36 gol nell' ultima stagione con il Napoli, è invece quella di vincere. Ne avrebbe segnati volentieri 10 in meno, ma a casa avrebbe voluto portare un trofeo. Il Napoli, dal suo punto di vista, non glielo avrebbe più garantito. A 28 anni, nel calcio, si fanno scelte di vita. Le ultime, probabilmente.
HIGUAIN DOLORANTE DOPO L'INCIDENTE A CAPRI
Con la Juventus non è stato amore all'improvviso, il club della famiglia Agnelli aveva provato a prenderlo prima del Napoli. Al tempo, tre anni fa, lo sforzo economico lo aveva fatto però De Laurentiis e il Pipita, convinto anche da Rafa Benitez, aveva sposato il progetto.
Ecco, il punto. Il programma di vittorie che il presidente azzurro gli aveva assicurato e che poi ha ridimensionato. Queste le ragioni di Higuain, che sottendono alle stilettate inviate ieri al suo ex datore di lavoro.
Quando, due anni fa, il Pipita aveva sbagliato il rigore contro la Lazio in campionato che costò il terzo posto e i preliminari di Champions, De Laurentiis non fu morbido. Né con lui, né con la sua famiglia. Che si sentì nel mirino della tifoseria arrabbiata. Senza alcuna tutela. Raccontava Nicolas, fratello e agente del giocatore, qualche settimana fa: «Fummo aggrediti all'esterno del San Paolo, e avemmo paura. La società non si curò di noi. Neanche una telefonata». Il rapporto con De Laurentiis iniziò a evidenziare le prime crepe, tant'è che il Pipita la scorsa estate era arrivato in ritiro a Dimaro con il broncio. Fu Sarri a convincerlo, a restituirgli sorrisi e gol.
Poi una stagione da incorniciare: a gennaio il Napoli fu campione d' inverno, Nicolas chiese al presidente in che modo avrebbe rinforzato la squadra. «Promise giocatori all'altezza che non arrivarono».
Montava l' insofferenza di Gonzalo, e quando per 4 domeniche mancò l'appuntamento con il gol, De Laurentiis giustificò il suo campione con una battuta: «È un po' in sovrappeso». Lo disse ridendo, ma quelle parole rappresentarono per Higuain la classica goccia di troppo.
Il pagamento della clausola di 90 milioni era l' unico modo per andar via. Alla cena di fine stagione Higuain regalò allo staff tecnico e a quello medico una sua maglia autografata. Quello fu il congedo. Poi è arrivata la Juve mentre a Napoli, ieri, è sbarcato Milik.
LA RISPOSTA DI AURELIO DE LAURENTIIS A GONZALO HIGUAIN
Cari tifosi del Napoli, cari appassionati di calcio, ho letto le dichiarazioni di Gonzalo Gerardo Higuain nella conferenza stampa organizzata dalla Juventus e vorrei soffermarmi sulla parte nella quale, dopo aver detto che la Juventus è una grande famiglia e lui è felice di indossare la maglia bianconera, afferma che il motivo per cui ha deciso di andare in quella squadra sarebbe colpa mia. Ho riflettuto a lungo se queste affermazioni meritassero una risposta, essendo facilmente chiaro a tutti quale sia la verita’. Alla fine ho pensato che qualcosa era meglio dire, cosi’, a futura memoria. Questa è la mia risposta.
1) Se il signor Gonzalo Gerardo Higuain era così indispettito dalla mia presenza, ha impiegato molti anni per capirlo, a meno che non sia una persona falsa o un ottimo attore. Ma escluderei quest’ultima possibilità: di attori me ne intendo.
2) Abbiamo trascorso molto tempo insieme, anche recentemente, ad esempio un’intera giornata alla Commissione Disciplinare di Roma non più tardi del 15 aprile scorso, per cercare di rimediare alla squalifica di 4 giornate che aveva avuto nel pieno della lotta scudetto. Vi assicuro che quel giorno Gonzalo era molto sereno e non mostrava alcuna insofferenza nei miei confronti, come possono testimoniare le persone che erano con noi.
3) Come mai il suo procuratore non ha mostrato insofferenza quando ci siamo incontrati per discutere del rinnovo, ed è successo spesso nell’ultimo anno ? Se fossero stati così intolleranti alla mia presenza, non avrebbero passato ore a discutere di soldi, molti soldi, con grande interesse e disponibilità.
4) Non ha una certa vergogna il suo procuratore quando dice che la squadra nella quale giocava, che lo ha messo nella condizione di segnare 38 gol, non era all’altezza ? Non ha vergogna di dire, in pratica, che i compagni di Gonzalo erano scarsi, visto che il Napoli è stata la squadra che ha avuto il maggior numero di occasioni da gol in Italia, condizione fondamentale per consentire a un attaccante di segnare molti gol?
5) Cercare di spiegare che il suo passaggio nella nuova famiglia sia colpa mia, è mancare di rispetto ai napoletani. Se Higuain avesse letto la storia di Napoli, scoprirebbe che questa città è stata l’unica a liberarsi da sola dai nazisti, prima ancora dell’arrivo degli americani, che trovarono la città già liberata quando vi entrarono. Questo popolo lo si può tradire se non si ha vergogna, ma non prendere per il culo.