Giuseppe Antonio Perrelli per repubblica.it - Estratti
Ricchi, ricchissimi, praticamente i peggiori. Una spietata classifica al contrario dei calciatori sovrastimati della Premier League: quelli con il rapporto meno favorevole tra qualità e prezzo, quelli che non valgono il prezzo del biglietto (e del cartellino).
Gli esperti del portale Ticketgum hanno creato un algoritmo per giudicare tutti i giocatori che hanno disputato almeno cinque partite nell’attuale stagione del campionato più bello del mondo.
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La lista dei peggiori, venti come le squadre in Premier, contiene volti noti e sorprese. Dalla Serie A vengono l’ex milanista Divock Origi del Nottingham Forest; Saša Lukic, ceduto dal Torino al Fulham; Justin Kluivert, che i tifosi della Roma non rimpiangono e quelli del Bournemouth faticano ad apprezzare; e Cristian Romero che, dopo Genoa e Atalanta, è stato acquistato dal Tottenham.
Le bocciature che non ti aspetti hanno colpito il francese William Saliba, titolare inamovibile della difesa dell’Arsenal, che si sta giocando la vittoria del campionato col Manchester City e, soprattutto, Trent Alexander-Arnold, laterale destro della nazionale inglese e del Liverpool, con cui ha esordito in campionato a 18 anni appena compiuti.
Una presenza che fa scalpore perché a 25 anni il difensore è già tra i grandi della storia del club, dove è arrivato quando aveva sei anni: è lui il simbolo del ciclo esaltante di Jurgen Klopp, che nella città dei Beatles ha vinto praticamente tutto.
È vero, però, che un infortunio a un legamento ne ha penalizzato la stagione, così come accaduto a Ben Chilwell del Chelsea, che ha saltato ventidue partite di Premier per i problemi alla coscia e al ginocchio. Nessuna giustificazione fisica invece per John Stones, che nel 2016 il Manchester City pagò 60 milioni di euro all’Everton: come suggeriscono anche i tanti match vissuti in panchina, è lui il calciatore con i parametri peggiori di tutti.
Pastorello: “L’algoritmo? Sì, ma...”
Ma l’algoritmo è davvero un giudice infallibile? O invece può sbagliare? Federico Pastorello è stato nominato nei Globe Soccer Awards del 2021 il miglior procuratore sportivo del mondo: ha portato Lukaku all’Inter e al Chelsea e ha curato o ancora cura gli interessi di calciatori come Giuseppe Rossi, Evra, Camoranesi, Handanovic, Candreva, El Shaarawy, Acerbi, De Vrij e Meret: “Sono favorevole a questi nuovi strumenti.
La nostra agenzia ha firmato un accordo di tre anni con una azienda olandese, che ci fornisce report estremamente dettagliati. Ma non bisogna estremizzarne l’uso, perché altrimenti si rischia di distorcere la verità. E non lo dico solo perché se fossi un presidente di una squadra cercherei di prendere molti di questi calciatori definiti ‘peggiori’, partendo da Alexander Arnold, per cui ho un debole. I dati vanno letti da chi sa interpretarli, soprattutto nel calcio, che è ricco di variabili. Il confronto con un altro grande sport come il basket per me è significativo: la percentuale di tiri liberi realizzati è un dato che ha un valore assoluto. In fondo anche il rigore viene battuto da fermo e sempre dalla stessa distanza, ma in un caso c’è il portiere, nell’altro no.
E ancora: nella pallacanestro il contatto fisico esiste ma è strettamente regolamentato, nel calcio c’è molto più margine di interpretazione e quindi quando, per esempio, vai a giudicare la percentuale di gol segnati rispetto alle volte in cui un certo giocatore ha calciato verso la porta, devi considerare se aveva uno o più avversari che gli stavano addosso e gli rendevano il compito molto più difficile”.