Da corriere.it
Una delle mille leggende tramandate sulla relazione Matteo Giunta-Federica Pellegrini è che fu Filippo Magnini a convincere Matteo, suo preparatore atletico e anche cugino, ad allenare Federica. Era il 2014. Fede stava con Filippo, e Matteo era un allenatore di belle speranze – ex allievo di Philippe Lucas, il coach/star francese con cui la Divina aveva appena rotto — che si affacciava al grande nuoto fra le perplessità di chi pensava di sapere tutto: che ci fa quell’apprendista 32enne con il più prezioso diamante che il nuoto italiano abbia mai visto? Siamo sicuri che sia all’altezza? Non la rovinerà? Non è l’inizio della fine per lei e la fine dell’inizio per lui?
La storia racconta che erano domande inutili, oltre che tendenziose. Giunta era all’altezza eccome. Federica non si è rovinata, anzi, con lui ha vinto fra l’altro due Mondiali dei 2oo stile libero nel 2017 e nel 2019 e ha conquistato la quinta finale olimpica della sua carriera. E, a proposito di inizi e fini, oltre a una proficua relazione professionale, tra i due è nata e si è consolidata una storia d’amore che a Tokyo ha ricevuto la sua ufficializzazione: «Matteo è il mio compagno di vita».
Pellegrini: «Giunta il mio compagno di vita»
Ma chi è Matteo Giunta? Pesarese, 39 anni, un fratello, appassionato di basket e di tennis, è un uomo educato, riservato e misurato, che dal primo giorno di questa avventura ha capito al volo quello che stava succedendo e che, soprattutto quando la storia tra Magnini e Federica è finita nel 2017, dopo che già da tempo correvano voci sul cosiddetto «triangolo», ha sempre scelto la via del basso, anzi bassissimo, profilo.
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Più il mondo incendiava con le insinuazioni, più lui – con la complicità di lei, social su tutto tranne che su questo – spegneva i fuochi, convinto dell’inutilità di rivelare la storia un po’ per rispetto a Magnini (oggi sposato con Giorgia Palmas e papà), un po’ per tenere separati lavoro e vita privata.
La strategia di Giunta è sempre stata non negare, ma rispondere con eleganza, a metà (lui come lei) fra professionismo e timidezza. Nel 2017, per esempio, dopo l’oro mondiale di Federica nei 200 stile a Budapest, raccontava sorridente ma fermo: «Ormai al gossip ho fatto l’abitudine. Ho capito come reagire e tutto mi scivola via facilmente. Lo stesso vale per le critiche di chi non mi vedeva adatto a questo ruolo perché troppo giovane. Con i risultati di Kazan 2015 mi sembrava di aver già dato una risposta. Oggi penso che molte persone dovranno rimangiarsi tante parole».
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Insieme al basso profilo fuori dalla piscina, Matteo ha praticato invece l’altissimo profilo nel lavoro. La sua grande abilità è stata mischiare le proprie convinzioni e abilità con la capacità di apprendere da Federica. Abilissimo a far reagire l’umiltà del novizio con l’ambizione di chi sa di essere bravo, ha improntato con la sua atleta un lavoro di interscambio tecnico in cui dare e prendere hanno sempre avuto lo stesso peso. Pur così giovane, ha capito con saggezza innata che il segreto era la bilancia: tirare e mollare, forzare e rilassarsi, condurre senza imporre, ascoltare.
Ha dato alla Divina l’equilibrio che le serviva. E nel team «Pool metal jacket», come lo chiamano scherzosamente loro, la fatica (spesso folle) non è mai priva di un sorriso. Così Federica, che dopo la morte di Alberto Castagnetti era ancora alla disperata ricerca di un interlocutore tecnico ideale ma soprattutto di una persona di cui fidarsi, l’ha trovata in questo ragazzo che un giorno spiegò così la morale della storia:
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«Federica è la prima a essere insoddisfatta di ciò che fa e spesso sono io a dover trovare le cose positive». Impresa complessa, ma lui l’ha assolta al meglio, realizzando un capolavoro insieme tecnico e psicologico. L’impressione che fosse stato lui ad allungare la carriera di Federica, insomma, era chiara da tempo. E Federica l’ha confermata dopo la gara di Tokyo: «Se non ci fosse stato Matteo avrei smesso anni fa...».
Giunta: «Vi racconto come Federica ha realizzato l’impossibile»
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Poi, siccome Giunta è anche un bel tipo e ha quel quid di tenebroso che non guasta, è nato altro. Il nuoto è spesso così, sottrae così tanto tempo alla vita normale che non ne dà più per cercare altrove. Le grandi storie d’amore di Federica – Luca Marin e Magnini – erano state in piscina.
Il processo è stato forse naturale. L’inizio della storia vera e propria è datato 2017, molti lo collocano prima, addirittura in sovrapposizione con la crisi finale con Magnini, ma insomma questo lo sanno solo loro e sono fatti loro. La prima foto semiufficiale dei due è datata settembre 2019, in occasione del Galà di Federnuoto a Roma per festeggiare i risultati del Mondiale 2019 a Kazan.
MATTEO GIUNTA E FEDERICA PELLEGRINI
«Meravigliosi» era il titolo della serata e obiettivamente meravigliosi erano anche loro due. Poi, a inizio di quest’anno, la paparazzata di loro due mano nella mano a cena. Ormai tutto era chiaro, mancava solo la luce del sole. È arrivata adesso, nel modo più semplice e naturale. Bastava solo dare tempo al tempo. Un tema su cui i due — una in acqua, l’altro col cronometro — sono abbastanza preparati.
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