ULTIMO GIRO DI GIOSTRA PER ROGER FEDERER? "NON SO SE GIOCHERO’ NEL 2020, DECIDERO’ DOPO LA PRIMAVERA" - LA SFIDA CON SERENA WILLIAMS NEL DOPPIO MISTO (IN CAMPO 43 SLAM CONTEMPORANEAMENTE): ”CURIOSO DI RISPONDERE AL SUO SERVIZIO” – SUPERDJOKOVIC TRIONFA A ABU DHABI E SCHERZA CON FIORELLO – VIDEO

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Gaia Piccardi per www.corriere.it

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Hanno preso la reliquia, l’hanno caricata su un elicottero e l’hanno portata a 200 km da Perth, dove ieri è cominciata la Hopman Cup, tradizionale riscaldamento in vista dell’Australian Open. La reliquia ha sorriso, firmato autografi, posato nel deserto fingendo di servire, ha accarezzato bambini e, alla fine della gita, ha preso fiato per soffiare nei microfoni dei reporter la frase che abbiamo sempre temuto di sentirgli uscire dalla labbra: «Sono molto felice di essere in Australia, alla vigilia di una nuova stagione. Anche perché non so se ce ne sarà una prossima...».

 

Godiamoci ogni secondo di Roger Federer che Dio manda in terra, amici. Perché, d’ora in poi, sarà tutto un navigare a vista. L’esistenza ce l’ha conservato integro fino a Indian Wells, marzo scorso. Ruggero ci era arrivato fresco del 20esimo titolo Slam conquistato a Melbourne su Cilic, si era issato in finale nel Master 1000 californiano, aveva avuto tre match point con Del Potro, e aveva perso. È come se lì si fosse rotto qualcosa. Da quel momento Federer non ci ha capito più nulla. Il sospetto, suo e dei rivali, è che il maestro svizzero — a otto mesi dal suo 38esimo compleanno — non regga più tre set su cinque. Umano, molto umano. Da questo punto di vista l’Australian Open che scatta il 14 gennaio a Melbourne emetterà il suo verdetto.

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Nel frattempo, tanto vale applaudirlo. E allora il pubblico di Perth ha fatto la coda per vederlo allenarsi (in bianco come a Wimbledon) e poi debuttare nella nuova stagione in total black look e in grande stile (6-1, 6-1) contro il 23enne inglese Cameron Norrie, nella sfida tra Svizzera e Gran Bretagna. Ma la primizia va in scena oggi: per la prima (e ultima) volta nella storia dell’umanità, Federer sfida la coetanea Serena Williams. In campo, 43 Slam (20 più 23, per un totale di 74 anni). Succederà nel doppio misto di Svizzera-Stati Uniti: Federer-Bencic vs. Tiafoe-Williams. «Mi sono sempre chiesto come fosse rispondere alla prima di servizio di Serena: finalmente un sogno che si avvera» ha detto Roger con l’ironico understatement che lo contraddistingue.

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I piani di battaglia del 2019 verranno fatti strada facendo. L’anno scorso, a questo punto, Federer aveva già chiamato fuori la stagione sulla terra battuta, avendo deciso di puntare tutte le sue fiche su Wimbledon (dolorosa sconfitta nei quarti con lo struzzo Anderson, buttando via un match point). Il fatto che stia ancora tergiversando («Con il mio staff ci stiamo pensando...») è considerato dagli aruspici un pessimo segnale: se Roger avesse voglia di regalarsi Montecarlo, Roma e Parigi, potrebbe davvero trattarsi di un ultimo giro di roulette rossa, sennò perché logorare le giunture e sprecare le energie su una superficie che non lo vede tra i primi dieci favoriti (soprattutto se nel dintorni si aggirasse Rafa Nadal)?

 

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L’odore del vecchio leone appassito, cui ormai si può chiedere solo un addio dignitoso, aizza la concorrenza. «Sarei ipocrita se dicessi che non penso al record di Roger» fa sapere il terzo incomodo 31enne, Nole Djokovic, armato di 14 Slam. Sarà una sofferenza, amici. Rassegniamoci.

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