Estratto dell'articolo di Marco Bonarrigo per corriere.it
Qualcosa si muove sul fronte della repressione degli abusi nella ginnastica italiana. Giovedì il Tribunale Federale della Fgi ha squalificato per un anno l’allenatrice bresciana Stefania Fogliata e inibito per otto mesi l’Accademia della Ritmica Nemesi di Calcinato, da lei fondata e diretta, per responsabilità oggettiva nelle violazioni del Codice etico federale e del Codice di comportamenti sportivo del Coni.
Si tratta della sanzione più dura in un procedimento per maltrattamenti nella disciplina: in passato la Fig aveva ammesso molti tecnici al patteggiamento con pene lievissime. I fatti contestati all’allenatrice (che segue alcune «farfalle» di livello nazionale e internazionale) sono coperti da omissis nelle motivazioni ma erano stati ampiamente raccontati alla stampa da un’ex allieva dodicenne che aveva raccontato come gli «insulti, le offese, i castighi, le umiliazioni fossero all’ordine del giorno».
Nel corso dell’audizione al tribunale federale Fogliata, che è sotto inchiesta penale alla procura di Brescia, aveva ammesso soltanto «di aver interloquito in maniera brusca e inopportuna con i genitori delle atlete». La squalifica è stata tempestiva pur non avendo la corte sportiva ancora a disposizione le carte del procedimento penale.
Qualcosa si muove poi anche sul fronte dell’artistica. Il Tribunale Federale (sempre presieduto da Marco Leoni) ha appena disposto la sospensione cautelare dell’allenatrice Eleonora Gatti, coach di diverse atlete di livello internazionale alla Biancoverde Imola Ginnastica Artistica, in quanto «destinataria di molteplici e convergenti denunce di comportamenti inadeguati nei confronti di allieve minorenni, sia di natura verbale che fisica, formalizzate anche davanti alla Procura di Bologna».
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