Ricordate Hakan Sukur? L'ex attaccante turco, 48 anni, un passato in Italia con le maglie di Torino, Inter e Parma e detentore del record del gol più veloce ai Mondiali (Turchia-Corea del Sud 2002, finale per il terzo posto, rete dopo 10 secondi e 8 centesimi), oggi è costretto a fare l'autista Uber per le strade di Washington e a vendere libri. Il motivo? I contrasti con il presidente turco Erdogan: "Mi ha tolto tutto, non mi è rimasto niente".
Andiamo per ordine. Sukur, ritiratosi nel 2008, decise di intraprendere la carriera politica schierandosi proprio con il partito di Erdogan (l'AKP), tanto da essere eletto parlamentare nel 2011.
L'idillio però finì presto. Nel 2016 l'inizio dell'incubo quando fu accusato di aver partecipato al fallito colpo di stato e di essere vicino a Fetullah Gulen, ex alleato e successivamente nemico del presidente turco. Accuse che oggi l'ex interista, in un duro sfogo alla Welt am Sonntag, respinge al mittente: "Golpe? Quale sarebbe stato il mio ruolo? Nessuno è in grado di spiegarlo. Ho sempre fatto cose legali. Non sono un traditore o un terrorista. Sono un nemico del governo, ma non dello Stato o della nazione, amo il mio Paese".
Eppure Hakan Sukur negli ultimi anni è stato letteralmente perseguitato, lui e la sua famiglia. "Grazie al partito era aumentata la mia popolarità. Poi quando sono iniziate le ostilità è cambiato tutto. Ricevevo continua minacce dopo ogni dichiarazione - confessa l'ex Galatasaray -. Hanno lanciato bombe nella boutique di mia moglie, i miei figli sono stati molestati per strada.
Mio padre è stato incarcerato e tutti i beni sono stati confiscati". Costretto dunque a emigrare negli Stati Uniti, inizialmente i problemi continuarono anche lì: "Ho gestito una caffetteria in California - spiega -, ma venivano persone strane al bar che suonavano la musica Dombra (definita dall'AKP la musica dei veri turchi)".
Intimidazioni che oggi sembrano cessate, anche se Sukur per campare è costretto a vendere libri e portare a spasso le persone tramite l'applicazione Uber. Nella speranza di poter tornare liberamente in Turchia, ecco un messaggio a Erdogan: "Ritorna alla democrazia, alla giustizia e ai diritti umani. Interessati dei problemi della gente. Diventa il presidente di cui la Turchia ha bisogno".
hakan sukur 2 ERDOGAN E HAKAN SUKUR.Jpeg HAKAN SUKUR HAKAN SUKUR HAKAN SUKUR