Il simpaticissimo Ganeshamoorthy, oro nel lancio del disco, ha rilasciato un’intervista al Messaggero. Dopo il successo alle Paraolimpiadi non sono però mancati gli insulti razzisti da parte di ignoranti.
Ganeshamoorthy: «Mi alleno in un campo di grano»
Ha stupito tutti vincendo l’oro nel lancio del disco da seduti, poi è diventato una star perché durante l’intervista Rai alla domanda «Come ti trovi qui alle Paralimpiadi?» ha risposto «Ci sono troppi disabili», ed è scoppiato a ridere.
Ieri, dopo aver ricevuto la medaglia d’oro, è stato chiamato dal sindaco di Roma Gualtieri che lo ha invitato in Campidoglio. «Grazie, per me è un onore. Se vedemo sicuramente», ha risposto lui con il tipo accento capitolino.
Dopo la vittoria ha ricevuto molti complimenti?
«Il cellulare scottava. Persone che non conoscevo mi hanno fatto i complimenti. Forse l’unica cosa negativa erano alcuni che mi scrivevano cose indelicate sul colore della pelle. Nel 2024 sentire ancora questa cosa è un po’ triste. Vabbè gli ignoranti sono loro, a me scivola addosso».
Basket in carrozzina, poi nuoto e infine l’amore per l’atletica.
«Ero nell’officina di un amico, dove facevo il meccanico per hobby, e lì ho conosciuto Arianna Mainardi che ai tempi lavorava alla Fispes mentre ora è al Cip. Quando mi ha visto smontare il motore pur essendo disabile, oppure muovermi dentro il cofano è rimasta incredula e mi ha invitato ad andare al campo per provare»
E lì ha incontrato Nadia Checchini, che le ha insegnato a lanciare.
«Mi alleno sotto casa, in un campo di grano, in mezzo alle pannocchie, dell’azienda Corsetti. Se non mi credete vi faccio vedere le foto. Mi sono fatto una sedia per lanciare, mentre la mia compagna Alice picchetta il perimetro e va a riprendere ogni volta il disco. Ogni tanto vado allo stadio delle Tre Fontane, al centro della Fispes, e per il resto faccio allenamento di forza in una palestra di Ostia col mio personal trainer Enrico Ruffini. Sono tesserato per l’Anthropos di Civitanova Marche».
Prima dei successi, tanti inconvenienti fisici.
«Sono caduto una prima volta e mi sono rotto la cervicale: da paraplegico sono diventato tetraplegico. Un trauma su un altro trauma, ma che mi ha reso ancora più forte».
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