VIDEO! “RICORDO CHE QUANDO ERO RAGAZZINO, SOGNAVO DI ESSERE AGOSTINO” – IL 30 MAGGIO, NEL GIORNO DEL TRENTENNALE DELLA MORTE DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI, CHE SI SPARO’ UN COLPO DI PISTOLA NELLA SUA CASA DI CASTELLABATE, RAIPLAY SOUND OMAGGIA IL CAPITANO DELLA ROMA CAMPIONE D’ITALIA 1983 CON UN PODCAST CURATO DAL GIORNALISTA MANUEL FONDATO – I RICORDI DI TANCREDI, SEBINO NELA, CARLO VERDONE E DEL RIVALE LAZIALE BRUNO GIORDANO – DE ROSSI: "AGO ESEMPIO DI COSA SIGNIFICHI ESSERE ROMANO E ROMANISTA" – L'INNO DI MARCO CONIDI E LE PAROLE DEL FIGLIO LUCA – VIDEO

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Dagonews

 

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Il 30 maggio 1994, Agostino Di Bartolomei, capitano della Roma campione d’Italia 1983, si toglieva la vita, sparandosi un colpo di pistola, a Castellabate, dove si era stabilito alla fine della sua carriera.

 

Quel giorno erano trascorsi 10 anni esatti dalla finale di Coppa dei Campioni tra la Roma e il Liverpool. Lui, romano e romanista, cresciuto nei campetti dell’oratorio di Tor Marancia,  guida la sua squadra verso l’ultimo atto della più prestigiosa competizione continentale per club, mai raggiunta prima, nello stadio di casa, l’Olimpico, segna il suo rigore ma la Roma vede sfumare il sogno di diventare campione d’Europa. Un mese dopo Ago lascia la Roma senza farvi più ritorno.

 

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A 30 anni dalla scomparsa Rai play sound lo celebra con un podcast originale in 4 puntate realizzato dal giornalista Manuel Fondato che rievoca la sua parabola, dai campi polverosi di periferia fino all’ascesa in giallorosso e la triste conclusione della sua carriera e della sua esistenza.

 

 

Tanti gli ospiti intervistati dall'autore i compagni dello scudetto

 

Franco Tancredi:" Conoscevo Agostino dai tempi in cui giocano nel Giulianova, gli dicevo sempre che i capitani gli scelgono i giocatori e noi scegliemmo la soluzione migliore con lui, lui era un grande capitano, aiutava tutti a inserirsi, a trovare appartamenti a Roma, faceva gruppo, gli devo tantissimo"

 

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Sebino Nela: "Conoscendo il mio carattere mi separava spesso da avversari e arbitri per non farmi espellere. Non penso che sia cambiato Agostino dalla sera del 30 maggio'84 in poi, è rimasto se stesso, sono forse cambiate le circostanze, dal momento in cui lascia Roma non so cosa sia successo, anche perché all’epoca non essendoci gli smartphone era difficile mantenere i contatti. Forse si aspettava molto di più dal fine carriera".

 

Il rivale di tanti derby tra Roma e Lazio, Bruno Giordano, conosceva Agostino fin da piccolo: "Nonostante i tanti derby in cui siamo stati avversari per me era un amico, andavo spesso a casa sua a Tor Marancia, ricordo benissimo suo padre. Una sera dopo una partita delle nazionali giovanili rimanemmo bloccati a Lisbona per uno sciopero e rischiammo di passare il Natale lì insieme. io, lui e mio zio Cesare pranzammo a San Cesareo prima di un derby e portò bene perché vincemmo con un mio gol, dopo di allora lo invitavo sempre a mangiare a San Cesareo per sfotterlo bonariamente ".

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Franco Baresi lo ebbe come compagno di squadra al Milan: "Rimasi sorpreso del suo arrivo a Milano, dopo quello che aveva rappresentato a Roma, per noi fu importante, in quegli anni eravamo una squadra giovane e fu di grande aiuto perché conosceva già il gioco a zona che poi il Milan avrebbe adottato per molti anni".

 

 

Carlo Verdone ha ricordato la Roma di quegli anni: "Non si poteva più camminare per Roma nell'estate del 1983, ricordo caroselli per 10 giorni e oltre. Di Bartolomei era un giocatore serio e questa serietà si vedeva da come giocava, senza megalomania caratteriale, senza cercare il colpo effetto, ma l'efficacia dei suoi passaggi, dalla geometria e dalla visione di gioco perfetta. Ricorderò sempre lui per questo tiro di una precisione incredibile, perfettamente andava dove voleva, come un colpo da biliardo".

 

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Emozionanti anche i contributi di Marco Conidi che ha ricordato il suo verso "ricordo quando ero ragazzino sognavo di essere Agostino" nella canzone Mai sola, uno degli inni preferiti dei tifosi romanisti e di Francesco Repice che ha letto un poetico omaggio al capitano scomparso.

 

"Dopo le biografie di Viola e Liedholm- le parole dell'autore Manuel Fondato- ho voluto concludere una trilogia ideale dei tre principali architetti dello scudetto del 1983 che ora non ci sono più.

 

Agostino è stato il capitano della mia Roma quando ero bambino, mi ha stupito, sentendo le varie testimonianze di come tutti percepissero in lui qualcosa di insondabile di sfuggente, senza potere purtroppo intervenire, nonostante l’unanime stima e amicizia che provavano per lui.

Ringrazio tutti gli ospiti che hanno voluto ricordare Di Bartolomei nel mio podcast e Giuseppe Falcao per la preziosa collaborazione al progetto".

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