GIUSEPPE CONTE VS BEPPE GRILLO
(ANSA) "Accusarmi di una visione padronale del movimento non è altro che lo specchio delle intenzioni di altri. Al contrario, ribadire l'importanza di certe regole equivale a difenderne i suoi valori democratici". Lo scrive Beppe Grillo in una lettera a Giuseppe Conte pubblicata sul Foglio.
"Le ragioni per cui è in corso un tentativo di demolire i presidi democratici del movimento sono peraltro ben note, e non rispondono certo ai suoi valori democratici, ma agli interessi di pochi", continua la missiva in cui Grillo chiosa: "Mi riservo di valutare il da farsi, eventualmente anche sottoponendo le tue minacce agli organi competenti" del M5s.
LOTTA CONTINUA TRA GIUSEPPE CONTE E BEPPE GRILLO - MEME BY EDOARDO BARALDI
"Caro Giuseppe, mi scrivi accusandomi per l'ennesima volta - dopo averlo fatto più volte pubblicamente - di avere una visione padronale del movimento e contraria suoi valori democratici.
La verità è che, al contrario, ho sempre inteso tutelare i valori democratici su cui il movimento è stato fondato. Dunque, se proprio vogliamo parlare di atteggiamenti contrari ai valori democratici del movimento, questi sono da trovare nelle manovre striscianti con cui si sta tentando di demolirne i presidi, invocando ipocritamente un presunto processo democratico, che, come sai bene (ma fingi di non sapere) non può prescinderne", inizia la lettera.
GIUSEPPE CONTE VS BEPPE GRILLO - MEME IL GIORNALONE - LA STAMPA
"Vorrei però tenermi alla larga dal girone in cui alcuni di voi sembrano essere sprofondati, per condurvi lungo la natural burella e farvi rivedere le nostre prime stelle, partendo dagli inizi del movimento, che nasce innanzitutto per realizzare una democrazia più autentica e vicina ai cittadini", continua.
"In un mio post recente ho ricordato che Gianroberto e io abbiamo voluto prevenire i rischi delle altre forze politiche, che tendevano a sclerotizzarsi e alienarsi dai cittadini. Il limite del doppio mandato nasce proprio dalla volontà di prevenire questi rischi.
Dunque, sostenere che l'insindacabilità di certe regole sia incompatibile con i valori democratici del movimento è non solo un ovvio controsenso, ma è addirittura un ribaltamento della realtà, che rivela, viceversa, le reali intenzioni di chi invece vorrebbe metterle in discussione.
Sicché, accusarmi di una visione padronale del movimento non è altro che lo specchio delle intenzioni di altri. Al contrario, ribadire l'importanza di certe regole equivale a difenderne i suoi valori democratici. Tant'è vero che nessun'altro fondatore di una forza politica ha mai avuto il coraggio, l'altruismo e la fantasia di non porsi al suo vertice, ma solo di ritagliarsi un ruolo di garanzia, come abbiamo fatto Gianroberto e io".
BEPPE GRILLO E GIUSEPPE CONTE AL CONVEGNO SULL INTELLIGENZA ARTIFICIALE
"Concludo rispondendo alla tua minaccia di sospendere gli impegni assunti dal movimento nei miei confronti, questa sì indegnamente strumentale e indebita, essendo essi strettamente legati alle funzioni che ho svolto e continuo svolgere per il movimento.
Nella mia qualità di "elevato" mi astengo dal scendere così in basso rispondendo a tono, ma mi limito a osservare che gli impegni di manleva sarebbero comunque dovuti, a prescindere da un impegno contrattuale in tal senso, mentre i miei "compensi" - che in realtà, come sai, coprono anche i costi d'ufficio della funzione che svolgo per il movimento - sono non solo congrui per la mia funzione e i relativi costi, ma lo sono a maggior ragione nel momento in cui è in corso un tentativo di stravolgere l'identità e i valori del movimento", prosegue il garante che conclude invitando Conte "piuttosto, a rispondere quanto prima alle mie richieste di chiarimenti sul processo che porterà alla assemblea 'costituente' del prossimo ottobre".
conte e beppe grillo a roma alla manifestazione del m5s
GRILLO-CONTE
Filippo Ceccarelli per la Repubblica – Estratti - https://www.repubblica.it/politica/2024/09/17/news/grillo_elevato_conte_scontro_m5s-423504412/
C’eravamo tanto amati, ma forse no. Grillo e Conte, il Fondatore e il Successore, più che amati si erano finora tollerati, e poi affidati e insieme diffidati, a tratti ignorati, quindi sbeffeggiati e minacciati anche, lungo una gamma di sentimenti che bene o male rendono il senso delle relazioni politiche in tempi poveri di ideali e progetti.
C’eravamo tanto amati, dunque, e magari ultimamente addirittura odiati, ma alla fine arriva il giorno in cui i rattoppi, i patti e i contratti non reggono più, la litigata divampa e l’edificio crolla: è destino delle comunità carismatiche,
(...) il Movimento cinque stelle non è stato solo carismatico, ma anche e debitamente messianico e a suo modo perfino apocalittico assegnando a se stesso una sorta di onnipotenza, sognandosi al centro di scenari arditi, prefigurando una salvezza universale.
(...) Poi, più prosaicamente, le elezioni del 2018 incoronarono il M5S primo partito e spuntò fuori – non si è mai capito bene da dove - l’Avvocato del Popolo dal bel ciuffo e dall’eloquio democristoide. Subito Grillo gli mise addosso Rocco Casalino, che molto a suo modo sapeva il fatto suo e che, detto in parole povere, lo teleguidava come un burattino, anche con successo.
L’uomo forte nel quale il Fondatore aveva riposto le sue aspettative era in realtà il giovanissimo Gigino Di Maio, cui un po’ le contingenze e molto le convenienze avevano dato poteri mostruosi. Conte lo sapeva benissimo, ma da Palazzo Chigi si ritagliò un ruolo “istituzionale” (...9
(...)
Seguirono sviluppi che non resteranno nell’albo d’oro della storia politica, ma trovano sintomatica sintesi in una foto dei due attorno a un tavolo – da pranzo, ma in quel caso senza vivande - al mare.
Era il classico compromesso. Il carisma, infatti, non è eterno e tra scontrini, espulsioni, avvocati, doppi mandati e personaggi pazzeschi il fideismo messianico da un bel pezzo era andato a farsi benedire. Ma è comprensibile e anche umano che l’Elevato continuasse a voler buttare un occhiuto sguardo su quelle vicende come chi nel bene e nel male aveva dato vita a quella creatura allo sbando.
conte e beppe grillo a roma alla manifestazione del m5s
Al posto dell’immateriale ecco allora che Conte, ben consapevole di quanto Grillo fosse simile alla figura di Arpagone, l’Avaro di Moliere, offrì al Fondatore, in qualità di “innovation hunter”, cacciatore di novità sul piano della comunicazione, la concretissima materialità di un misterioso contrattone da 300 mila bombi l’anno.
Al che il perfido Gigino osservò che Grillo aveva “300 mila buone ragioni” per smettere di fare troppo lo schizzinoso rispetto a Conte che gli stava “portando via l’argenteria”. Siccome siamo tutti esseri imperfetti, se ne può dedurre che così vanno a finire le vicende carismatiche. Uno da una parte, uno dall’altra; in mezzo resta un triste ricordo – se mai qualcuno abbia tempo e voglia di tenerlo a mente.
BEPPE GRILLO E GIUSEPPE CONTE AL CONVEGNO SULL INTELLIGENZA ARTIFICIALE Conte Grillo conte e beppe grillo a roma alla manifestazione del m5s conte grillo di maio BEPPE GRILLO E GIUSEPPE CONTE AL CONVEGNO SULL INTELLIGENZA ARTIFICIALE 3
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