Antonio Riello per Dagospia
PHARMACY 2: quello che in apparenza potrebbe suonare come il maldestro sequel di un film di cassetta, altro non è che il nuovissimo ristorante-caffeteria della Newport Street Gallery. Ovvero la “ciliegina sulla torta” dell’immenso spazio espositivo londinese dove Damien Hirst, questa volta solo in veste di collezionista, mostra al pubblico i suoi gusti in fatto di d’arte contemporanea.
Aperta nel Novembre 2015, la Newport Street Gallery ha raccolto critiche piuttosto tiepide dai media inglesi (particolamente feroce quella di Jonathan Jones sul The Guardian) soprattutto per la scelta della mostra inaugurale “Power Stations” completamente dedicata alle pitture di John Hoyland, ancora in corso. Un pittore britannico degli anni 70’ che sembra ispirarsi molto (qualcuno suggerisce anche “troppo”) alle opere di Mark Rothko e Barnet Newman ma senza la loro energia e il loro potere empatico.
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PHARMACY 2, il ristorante della galleria, è la resurrezione di uno dei più famosi luoghi di ritrovo della Londra “smart” dell’era Blair, ovvero la prima PHARMACY nata in pieno fenomeno YBAs (Young British Artists). Aperta da Hirst all’apice del suo successo nel gennaio 1998 a Nothing Hill Gate e direttamente ispirata ai suoi celebri “Medicine Cabinets“. Una fortunata visione, un perfetto mix di Interior Design innovativo e cucina di alto livello (gli chef di allora, Sonja Lee e Laurent Surville provenivano dalla “scuderia” di Alain Ducasse). Per alcuni anni i londinesi ne andranno davvero pazzi. Poi il mondo cambia così pure i gusti in fatto di ristoranti. PHARMACY chiuderà nel 2003 e gli arredi verranno venduti in asta per ben 11 milioni di sterline!
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In questa sua nuova avventura, Damien Hirst è affiancato da una delle più apprezzate star del panorama gastronomico londinese, lo chef Mark Hix. Egli stesso appassionato collezionista e ideatore di alcuni locali di grande prestigio e mediatico tra cui Tram Shed nell’East End. Un mini museo d’arte contemporanea con una carta da parati appositamente disegnata dai fratelli Dino and Jake Chapman e celebre per un pollo allo spiedo definito da alcuni addirittura “impressive” (notevole).
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L’arredo di PHARMACY 2 è felicemente paradossale: un minimalismo efficiente, freddo ed ergonomico ma nel contempo iper-decorato (quasi “baroccamente illustrato”) da immagini di giganti pillole e pastiglie coloratisime. Una sorta di super farmacia autocelebrativa per l’appunto, con tutta la preoccupata ironia suggerita dall’iperconsumo di medicine.
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L’ambiente è arricchito e completato da grandi opere dell’artista, da quelle di carattere“farmaceutico” alle serie delle farfalle. Anche in questa occasione Damien Hirst, instancabile creatore di macchine visive intelligenti e sottilmente seducenti, avvolge gli spettatori nella sua rete di ossessive passioni con sapiente maestria.
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Il menu, definito come “Modern British” è intelligentemente“fusion”. Un equilibrio tra svariate tradizioni local/ethnic abilmente tradotte in un linguaggio comprensibile anche per chi non ne conosce i codici di accesso. Chiare sono le influenze e suggestioni indiane, mediorientali, italiane, sudamericane, cinesi... (la recente passione di Hix e del suo fidato assistente Kevin Gratton).
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Insomma uno specchio abbastanza fedele dello stile di vita londinese dove la complessità del mondo intero riordinata e riclassificata, è resa intelliggibile in temini di “standard britannico”. Di fatto a pensarci bene anche, almeno in parte, il riflesso di ciò che finisce per essere il sistema dell’arte contemporanea ovvero un delicato ed instabile aggregato di tradizioni e culture, tenute assieme da una griglia concettuale fondamentalmente ancora di stampo anglosassone (o almeno “occidentale”). Insomma la ricetta è sempre la stessa: un “global” nutrito e aggiornato da continui apporti “local” sapientemente dosati.
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Ma c’è dell’altro. Di fatto sempre più spesso arte contemporanea e chef stellati, soprattutto a Londra, non solo collaborano attivamente come in questo caso ma curiosamente mostrano attitudini molto simili. Nei suntuosi banchetti del cuoco Heston Blumenthal spesso sculture mobili in stile pop o neo-gotico aleggiano come fantasmi sulle tavole. D’altra parte le enormi installazioni in gelatina alimentare commestibile del duo artistico Bompas & Parr, sono state esposte alla Barbican Gallery, alla Serpentine Gallery e perfino al Victoria and Albert Museum.
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In conclusione, PHARMACY 2 è sicuramente un posto divertente dove nel suo genere non si mangia affatto male. L’origine di ogni ingrediente è accuratamente tracciata, così come la stagionalità dei piatti proposti rispettata a dovere. Il conto è ragionevolmente nella media delle esperienze gastronomiche londinesi di questo tipo, intorno alle 50 sterline a testa.
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Suggerimenti? il brunch della domenica, goloso e conveniente. Ultima curosità. Assolutamente da notare la foto ufficiale nel sito del ristorante che ritrae Hirst e Hix assieme, raccontando con rara ed iconica efficacia la loro intesa su questo ambizioso progetto. Difficile distinguerli l’uno dall’altro. Se non fosse per l’altezza, sembrerebbero due fratelli gemelli. Davvero impressionante.
PHARMACY 2
+44 2031419333
Newport Street Gallery, Newport Street, SE11, London