“NETTA ERA LA NINFA EGERIA DELLA SCENA ARTISTICA ROMANA” – DUCCIO TROMBADORI PIANGE LA MORTE DI NETTA VESPIGNANI, PITTRICE, GALLERISTA, MOGLIE DEL CELEBRE PITTORE E INCISORE RENZO VESPIGNANI: "ERA UNA BELLISSIMA DONNA. CON LUI SI SONO AMATI ED E' INIZIATA UNA AVVENTURA DI PROMOZIONE DELL'ARTE FIGURATIVA CON LA GALLERIA 'IL FANTE DI SPADE'..." - IL RICORDO SU FACEBOOK - LA FIGLIA VERONICA GENTILI, CONDUTTRICE SU RETE 4 DI "STASERA ITALIA WEEKEND": “IN QUESTO PERIODO COSÌ CUPO AVREMMO VOLUTO RICORDARLA CON UNA CERIMONIA FATTA ANCHE DI ALLEGRIA. LO FAREMO APPENA SI POTRA'"

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Il ricordo di Duccio Trombadori pubblicato su Facebook

netta vespignani netta vespignani

Si è spenta Netta, eccezionale donna, cara amica e straordinaria personalità della vita artistica che contribuì in modo determinante a valorizzare e far conoscere gli artisti della "scuola romana" tra le due guerre mondiali. Non la vedevo da qualche anno. Si era ritirata dalla vita attiva che con l’Archivio della Scuola Romana aveva dato lustro ad una intensa attività espositiva e di ricerca storiografica.

 

Netta era una bellissima donna, aveva conosciuto e amato il pittore Lorenzo Vespignani nei primi anni '60, e con lui era iniziata una avventura di promozione dell' arte figurativa con la galleria “Il fante di spade”, da lei diretta, dove si alternarono le fortune di artisti che sottolineavano un più intenso bisogno di coniugare l’indagine realista con l’analisi esistenziale.

 

Fu quello un periodo di creatività e assidua collaborazione tra artisti, poeti e scrittori (Moravia, Penna, Pasolini, Alberti, Moreni, Calabria, Vespignani, Guerreschi, Ferroni, Tornabuoni e tanti altri).

 

netta e renzo vespignani netta e renzo vespignani

Netta era la ninfa egeria di questo clima culturale che non esaurì le sue risorse nella contestazione del 1968 ma condusse alla proficua esigenza di un “ritorno alla pittura” dopo la crisi delle neoavanguardie all’inizio degli anni ’80. Netta Vespignani sostenne questo versante del gusto postmoderno (Piruca, Ligas, Bulzatti, Frongia) in accordo con la veggente opera di Plinio De Martiis, dedicandosi al tempo stesso nella rivalutazione dei tesori nascosti dell’ arte romana del ‘900, scoprendo con Maurizio Fagiolo Dell’Arco e Antonello Trombadori le linee di contiguità poetica tra la generazione vicina ai “Valori Plastici” (Francalancia,Trombadori, Donghi) e le nuove correnti espressive degli anni ’30 (Ziveri, Mafai, Pirandello).

 

netta vespignani netta vespignani

Nella sua nuova galleria aperta in Via del Babuino ci fu negli anni Ottanta un susseguirsi di mostre di grande rilievo culturale che hanno ricostruito importanti biografie e percorsi artistici rimasti in ombra. E questo lavoro di scavo Netta lo fece per la passione che la animava nel profondo : “ho sempre cercato verità umana nel fatto artistico-ebbe a dire- qualcosa che andasse al di là della maniera. Qualcosa che avesse a che fare con la realtà. Dopo il diluvio delle mode avanguardistiche, sento il bisogno di una ripresa figurativa alla sorgente dei sentimenti”. A questo modo di sentire, Netta conformò tutto il significato della sua opera di gallerista e animatrice del mondo dell’arte, cui va anche riconosciuto il merito per l’apertura negli spazi di Villa Torlonia di una importante collezione permanente di maestri della “scuola romana”.

 

duccio trombadori foto di bacco (2) duccio trombadori foto di bacco (2)

Da diversi anni, Netta si era chiusa in se stessa. Di lei avevo rade notizie, non confortanti, per una piega esistenziale che l’aveva spinta a chiudere le relazioni con il mondo, lei, che era stata donna prestigiosa, tessitrice di relazioni pubbliche, appassionata testimone della vita culturale e civile. Era una scelta dal fondo amaro, la sua. Che ho sempre rispettato ben sapendo fino a qual punto la sua ansia di vita fosse nutrita da una lucida razionalità. Oggi, il mio amico Giuseppe Gentili, suo ex marito (dopo Renzo Vespignani si era a lui congiunta) mi ha recato la notizia della fine. Abbraccio con tanto affetto lui, sua figlia Veronica, i fratelli Alessandro e Marta, e mi unisco al loro cordoglio.

 

NETTA VESPIGNANI

Massimo Mattioli per artslife.com

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Una personalità vivace, una protagonista, un’artista straordinaria”. Poche ma significative parole, con le quali la figlia Veronica Gentili, attrice e giornalista, conduttrice su Retequattro di Stasera Italia Weekend, annuncia la morte dopo una lunga malattia della madre Netta Vespignani.

 

Pittrice, gallerista, curatrice di mostre, animatrice della scena artistica romana, moglie del celebre pittore e incisore Renzo Vespignani, scomparso nel 2001. “In questo periodo così cupo e difficile avremmo voluto ricordarla con una cerimonia fatta anche di allegria, quella che ha regalato a tante persone. Ma lo faremo appena si potrà“, aggiunge la figlia.

 

sandro curzi netta vespignani veronica gentili sandro curzi netta vespignani veronica gentili

Attivissima nella promozione dell’arte figurativa con la galleria “Il fante di spade”, Netta Vespignani ebbe un ruolo centrale nel valorizzare e far conoscere gli artisti della “scuola romana” tra le due guerre. Nel suo salotto di Via del Babuino, del resto, era installata la sede dell’Archivio della Scuola Romana, frequentato da personaggi come Penna, Moravia, Pasolini, Moreni, Ferroni, Calabria, Tornabuoni. E fulcro di un’intensa attività espositiva e di ricerca storiografica. Sfociata in mostre storiche, da Roma tra Espressionismo barocco e pittura tonale 1929-1943, a Scipione 1904-1933, a Mario Mafai. 1902-1965.

 

 

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Netta era la ninfa egeria di questo clima culturale che non esaurì le sue risorse nella contestazione del 1968 ma condusse alla proficua esigenza di un “ritorno alla pittura” dopo la crisi delle neoavanguardie all’inizio degli anni ’80”, ha scritto Duccio Trombadori in un affettuoso ricordo su Facebook. “Sostenne questo versante del gusto postmoderno (Piruca, Ligas, Bulzatti, Frongia) in accordo con la veggente opera di Plinio De Martiis, dedicandosi al tempo stesso nella rivalutazione dei tesori nascosti dell’arte romana del ‘900, scoprendo con Maurizio Fagiolo Dell’Arco e Antonello Trombadori le linee di contiguità poetica tra la generazione vicina ai “Valori Plastici” (Francalancia,Trombadori, Donghi) e le nuove correnti espressive degli anni ’30 (Ziveri, Mafai, Pirandello)”.

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