Jonathan Jones per “The Guardian”
Anish Kapoor è l’ultimo artista contemporaneo di alto profilo invitato a installare nuove opere alla Reggia di Versailles, ed il primo ad aver davvero affrontato la storia della rivoluzione francese e la caduta della monarchia. La sua installazione, chiamata “Dirty Corner”, ha sollevato polemiche perché somiglia a una gigantesca vagina, probabilmente quella della ghigliottinata Maria Antonietta.
Il sindaco François de Mazières, repubblicano, ha espresso la sua disapprovazione, “Le Parisien” descrive Kapoor come “un genio provocatore”, “Les Inrocks” lo applaude insieme a “Le Figaro”. La sua opera non è decorativa, instaura un dialogo con le geometrie perfette del giardino creato Le Nôtre, rompendo gli equilibri e invitando il caos ma preservandone l’integrità.
Come hanno reagito i cittadini francesi? Alcuni sono scioccati, dicono che l’arte contemporanea non deve toccare Versailles. Se i precedenti con Jeff Koons e Takashi Murakami nelle sontuose stanze, volevano solo urtare la sensibilità dei conservatori, Kapoor crea una conversazione fra passato e presente, chiamiamolo pure “un dialogo della vagina”. Anche perché, all’epoca, Versailles non era estranea al sesso e alla pornografia, libertini i re e l’aristocrazia, le donne a corte nell’Illuminismo.
costruzione della vagina di kapoor
Anish Kapoor non è il primo a portare la vagina alla corte reale, è solo il più esplicito. E’ più interessato alle vagine che ai falli, cosa rara per un artista moderno, sintomatica della sua voglia di ribaltare le regole, immaginando il corpo dal di dentro e aprendo le nostre menti al mistero dell’essere.