TUTTI PRONTI PER L’ASTA DEL SECOLO? TRA 13 GIORNI SI APRE L’INCANTO PER IL CASINO DELL'AURORA DEI BONCOMPAGNI LUDOVISI, FAMOSO A LIVELLO INTERNAZIONALE PERCHÉ VANTA L'UNICO DIPINTO MURALE DI CARAVAGGIO AL MONDO. IL MIRAGGIO È QUELLO DI UN VALORE STIMATO DI 471 MILIONI DI EURO - GLI EREDI: "DIVENTI UN MUSEO" - E UNO DEI FIGLI DEL PRINCIPE LUDOVISI APRE LA TRATTATIVA CON FRANCESCHINI - “NON SI PUO’ CORRERE IL RISCHIO CHE LE OPERE FINISCANO ALL’ESTERO”

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Laura Larcan per "il Messaggero"

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Il count down per l'asta del secolo è iniziato. Mancano appena tredici giorni all'apertura dell'incanto per il Casino dell'Aurora dei Boncompagni Ludovisi, il tesoro d'arte secolare a due passi da Via Veneto, famoso a livello internazionale perché vanta l'unico dipinto murale di Caravaggio al mondo.

 

Da segnare, in agenda, le ore 15 del 18 gennaio, per il via all'asta, che durerà 24 ore. Il miraggio è quello di un valore stimato di 471 milioni di euro, e di un'offerta che non può partire al di sotto dei 353 milioni. Cifre da capogiro.

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D'altronde, stiamo parlando di una complesso monumentale che vanta oltre 600 metri quadrati di affreschi di grandi artisti del 600, a partire dal Guercino, distribuiti su oltre 2000 metri quadrati di saloni (che sfoggia anche una collezione di quadri e statue antiche), senza dimenticare i seimila metri quadrati di parco. Un tesoro, si badi bene, sottoposto a vincolo dal 1988.

 

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L'asta, notizia che ha fatto il giro del mondo e che ha animato fior di dibattiti, è stata decisa dal Tribunale di Roma per il mancato pagamento di alcuni debiti del principe Nicolò Boncompagni Ludovisi, scomparso nel marzo del 2018 a 77 anni. Una irrisolta disputa tra gli eredi ha impedito che la sua posizione debitoria venisse sanata: da un lato la vedova (terza moglie, sposata nel 2009), l'americana del Texas Rita Jenrette Carpenter e, dall'altra, i tre figli nati dal primo matrimonio.

 

IL PROGETTO Fin qui i fatti noti. Ma cosa sta accadendo ora? Intanto si lavora al sogno di un museo. Uno dei figli ha iniziato a prendere contatti con i vertici del Ministero della Cultura, inviando una lettera a Dario Franceschini, al fine dì aprire una trattativa riservata con la speranza che la dimora possa avere una destinazione futura all'altezza della sua importanza culturale, favorendone ovviamente l'apertura al pubblico.

 

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La stessa vedova, Rita Carpenter Boncompagni Ludovisi, che risiede nel Casino dell'Aurora in un appartamento ricavato nel piano ammezzato dell'edificio, ci tiene a fare chiarezza. Anche perché nel 2015 il Casino dell'Aurora veniva sottoposto a pignoramento e il Tribunale di Roma poneva a suo carico il pagamento, a partire dalla data del pignoramento, di un'indennità di occupazione (26mila euro mensili).

 

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Alla domanda se questa asta si poteva evitare, la Carpenter replica, attraverso il suo legale: «Intanto il pignoramento è iniziato nel 2015 mentre il provvedimento che dispone tale indennità è sostanzialmente coevo alla decisione di porre all'asta la villa. Non è quindi il mancato pagamento dell'indennità ad essere la causa del pignoramento e della vendita all'asta.

 

Provvedimento che è peraltro oggetto di impugnazione per una miriade di ragioni, ma principalmente in ragione del fatto che l'assistita (Rita Carpenter) eseguiva delle visite guidate nella villa sulla base di un contratto di locazione regolarmente registrato prima del pignoramento e in adempimento del quale ha pagato gli affitti dovuti alla procedura esecutiva. Le visite complessivamente seguite hanno occupato la villa per 10 giorni in 5 anni e nonostante questo l'assistita si è vista condannare con giudizio sommario a pagare 1,7 milioni di euro. Sostanzialmente il Tribunale pretende 170 mila euro per ogni giorno di utilizzo di un terzo della Villa».

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Resta la questione: si poteva evitare l'asta? Sì, se la vedova avesse potuto pagare quanto richiesto dal Tribunale. «Tutto questo si poteva evitare se il Principe Nicolò fosse stato in condizione di pagare i debiti, magari con l'aiuto di un figlio», ribadisce la vedova.

 

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Quello che è sicuro è che la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma ha sottolineato, nella relazione tecnica dell'ispezione eseguita il 28 dicembre del 2020, che gli interni del Casino dell'Aurora «appaiono nel complesso necessitanti di interventi conservativi e manutentivi di carattere generale», riscontrando criticità e danni diffusi su affreschi e impianti.

 

E già uno dei figli, lo stesso che sta tentando di fare breccia al Collegio Romano, aveva chiesto di poter sostenere le spese per i restauri (2 milioni). Nel frattempo, la petizione lanciata qualche settimana fa su Change.org e rivolta a Franceschini per far sì che lo Stato italiano eserciti il diritto di prelazione in tempo utile e blocchi la vendita della bellissima dimora, ha raggiunto 30 mila firme. La richiesta? I fondi del PNRR per «salvare» il tesoro di Caravaggio.

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