Tomaso Montanari per il Venerdì- la Repubblica
Raffaello - Loggia di Psiche, Villa Farnesina,Rome
Il venerdì santo, di notte, a hore 3, morse il gentilissimo et excellentissimo pittore Rapahelo di Urbino, con universal dolore de tutti, et maximamente de li docti È stato sepolto alla Rotonda, ove fu portato honoratamente L' anima sua indubitatamente se n' è ita a contemplare quelle celesti fabbriche che non patiscono oppositione alcuna, ma la memoria et il nome restarà qui giù in terra et ne lo pensiero e nelle menti de li huomini dabbene longamente. Molto menor danno, al mio giudizio, benché altrimenti par al volgo, ha sentito il mondo de la morte de missier Agostino Gisi, che questa notte passata è mancato».
Raffaello Sant'Elena che sogna la Croce di Cristo
Così scrive da Roma il colto Marco Antonio Michiel a Antonio di Marsilio, a Venezia, l' 11 aprile 1520. Raffaello era morto la notte tra il 6 e il 7 aprile, e tutti notarono che se n' era andato di venerdì santo: oggi, venerdì santo di cinquecento anni dopo, lo veneriamo come uno degli spiriti maggiori che abbiano illuminato questa terra.
Raffaello - Loggia di Psiche, Villa Farnesina,Rome
Il divino Raffaello moriva lo stesso giorno di Cristo. E la sua missione, pensavano i contemporanei e pensiamo noi, non era poi così diversa: portare a compimento la creazione, salvando gli uomini. Il suo corpo veniva deposto al Pantheon: come si addiceva ad un dio. La sua opera e il suo nome, come diceva Michiel, vivono nelle nostre anime.
E sono ispiratissime le righe finali: pochi giorni dopo Raffaello, muore Agostino Chigi, abilissimo banchiere, spregiudicato affarista, grande mecenate (anche dello stesso Sanzio). Un uomo più utile di Raffaello, pensa la massa: sbagliandosi, nota Michiel. Che parla anche a noi: perché se tutti oggi conoscono almeno il nome di Raffaello e quasi nessuno quello del Chigi, tutti però pensano che le banche siano molto più importanti dei musei e dei monumenti.
Raffaello - Loggia di Psiche, Villa Farnesina,Rome
Tra le mille opere solennissime e grandiose di Raffaello, ho scelto questo piccolo pezzo di carta, mal tagliato e così evidentemente fragile. Accanto a uno studio di angeli per il soffitto della Sala di Eliodoro in Vaticano e a un altro per la Basilica di San Pietro, ce n' è uno per una Danae, sulla sinistra. Nelle mani dell' incisore Marc' Antonio Raimondi e poi in quelle di Veronese, quella giovane donna diventerà una Sant' Elena che sogna la Croce di Cristo.
Ecco cosa ha fatto Raffaello: ha saputo creare un mondo di figure. Un mondo perfetto e sterminato, dove generazioni di artisti hanno abitato, per secoli. Figure eterne, aperte a ogni lettura. Così, in questa donna che, addormentata accanto a una finestra spalancata sulla primavera, sogna il sole e la libertà, noi oggi, in questo tempo difficile, leggiamo una dolcissima allegoria dell' Italia: anzi, dell' umanità, questa volta unita.
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