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Leonard Berberi per “Liberi Tutti – Corriere della Sera”
«Scusi cosa sta facendo?». È così, con questa domanda che l' hostess - sorridente, per carità, e pure gentile nonostante l' ora, il momento e la dinamica - cerca di capire perché mi sia messo in ginocchio e con un metro in mano a notte fonda, con le luci in cabina soffuse, gli altri passeggeri a dormire e mentre abbiamo superato il Giappone a bordo di questo Airbus A350-900 ULR che per conto di Singapore Airlines sta effettuando il volo più lungo del mondo, 16.550 chilometri dalla città-Stato asiatica a Newark/New York, programmato per durare 18 ore e 45 minuti, ma che quest' oggi ci tratterrà ad alta quota per 16 ore e 50 minuti grazie ai venti.
«Cerco di capire la distanza tra i sedili», le rispondo. «Alcune file hanno qualche centimetro in più delle altre». Non la convinco. Così le spiego che sono un giornalista per evitare che lanci l' allarme e che venga fatto scendere in Siberia. Stiamo volando da otto ore. Ne mancano altre nove. Ma è, questa tratta, soltanto la seconda del nostro giro attorno al mondo in 80 ore. Quattro voli, tre continenti, quattro Paesi, 32.376 chilometri, 36 ore e tre minuti in quota, due turbolenze, 27 fusi orari complessivi, 17 bicchieri d' acqua e 28 di succo d' arancia in quota e con un' escursione termica di quaranta gradi tra i +30° dell' Asia e i -10° negli Usa.
new york la prima superluna del 2018
Il primo volo è l' SQ355 di Singapore Airlines da Milano Malpensa. Mi toccherà stare in un Airbus A350-900 (senza l' ULR) per undici ore e diciotto minuti. Prima del decollo «sfoglio» l' intrattenimento di bordo. I viaggi lunghi sono un' occasione per vedere i film recenti. Un neonato inizia a piangere e io inizio a vedere Dogman di Matteo Garrone.
Cerco di capire cosa mangiare. C' è pure una ricetta creata da Carlo Cracco - che scelgo - «Lamb navarin and caponata» (stufato di agnello). Poi passo a vedere This Crazy Heart , pellicola tedesca con i sottotitoli in inglese. Chissà se questo - o il fuso - mi portano a sprofondare nel sonno appena iniziano i titoli di coda. Tre ore prima dell' arrivo l' hostess mi sveglia per la colazione. A Singapore sono le 4 del mattino. Riprendo la maratona cinematografica scegliendo il lungometraggio danese The Guilty . Infine decido di sfruttare il Wi-Fi. Ho 30 megabyte gratis. Che non bastano a leggere le mail arrivate, i messaggi su WhatsApp, le notifiche su Twitter, Instagram, Facebook.
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Dopo il tour cittadino e un tramonto caldo e nuvoloso a Singapore è tempo di ritornare in aeroporto e prepararsi per il volo più lungo del mondo, SQ22, con destinazione Newark/New York. L' imbarco è veloce, l' entusiasmo di alcuni alle stelle. Una volta a bordo di questo Airbus A350-900 ULR - che sta per «ultra-long range» - m' imbatto in viaggiatori che chiedono alle hostess di fare una foto assieme. Qui non c' è la classe Economica, ma solo sedili di Premium Economy (94) e Business (68).
In questo collegamento ci sono 138 passeggeri, un bimbo, quattro piloti, 13 assistenti di volo, cibo a volontà e bibite come se non ci fosse un domani. Il comandante annuncia che la durata sarà di circa 17 ore. Fuori ci sono 25 gradi. È l' una di notte. Decido che è venuto il momento di vedersi un' intera serie, Sharp Objects (otto puntate). In questo caso i pasti sono stati preparati apposta per aiutare a dormire meglio e a spingere tutti a muoversi con più frequenza facilitando i viaggi verso i bagni. Una volta passati oltre Sapporo decido di «passeggiare». Nelle due classi in pochi sono ancora svegli. Qualcuno divora un piatto di pasta. Ed è a questo punto che inizio a prendere le misure dei sedili. In Premium Economy i posti migliori mi sembrano 40-41 C e H. In Business il 10 A, l' 11 K (ma è vicino ai bagni), l' 11 D e l' 11 F (più spazio per le gambe) mentre 19 A e 19 K hanno qualche centimetro in meno.
aragosta sulla singapore airlines
Dopo un po' di sonno, quando mancano oltre 7 ore, in Italia è notte fonda e l' aereo si avvicina all' Alaska chiedo il pranzo. O la cena. O la colazione. Ho perso la cognizione del tempo. Di sicuro è il secondo pasto nel volo. Decido di prendere il manzo. Altri si svegliano. La fame prende il sopravvento. Iniziano le sessioni ginniche. Alle quali prende parte (a modo suo) il vicino a destra che si esercita in gambe spalancate attorno al monitor.
Quello a sinistra maneggia il portatile scrivendo codici informatici. Non si capisce cosa stia facendo: le opzioni vanno dall' avvio dei lavori del prossimo colosso informatico, al divertimento fino al tentato hackeraggio del velivolo.
airbus a350 900 singapore airlines
Questa rotta, spiega un assistente di volo, «mette a dura prova anche i più esperti», tanto loro la fanno una volta ogni sei mesi. I piloti riposano nella parte anteriore. Il resto del personale in quella posteriore (ben nascosta) e si sdraiano per quattro ore che diventano cinque se il viaggio dovesse superare le 19 ore. Alle 4.56 del mattino atterriamo a Newark dove ci accolgono 11 gradi sottozero. Più della metà dei viaggiatori sbarca così com' è salita: in t-shirt, pantaloncini e scarpe da ginnastica.
Dopo una giornata a New York all' aeroporto «John F. Kennedy» è pronto l' Airbus A380 sempre della Singapore Airlines diretto nella città-Stato con sosta a Francoforte. È meno nuovo dell' A350, ma è un bestione da oltre 450 posti su due piani con le suite. Nuovo decollo, ennesimo pasto a bordo, identico controllo di quello che offre l' intrattenimento di bordo e altra sessione di domande a quei poveri malcapitati degli assistenti di volo.
«La configurazione interna di questo jet è sì quella vecchia, ma qui c' è molto più spazio per lavorare», ragiona una hostess. Inizio a vedere un' altra serie tv, Deep State, che non finisco: il tragitto dura 6 ore e 55 minuti. Nulla rispetto ai due voli precedenti. E sembrano ancora più ridicoli i 59 minuti per il Francoforte-Milano. Ma sono anche i peggiori.
Stare a bordo per molto tempo rende più nervosi. E l' aereo, piccolino,è l' ambiente ideale per le gomitate involontarie che sembrano dichiarazioni di guerra. Ma il protagonista ha il fisico da buttafuori così interpreto i suoi silenzi come richieste di scuse. Che ovviamente accetto. Voglio arrivare a casa il prima possibile. E sano.