Laura De Rosa per "www.greenme.it"
C’è un luogo disperso nel sud-ovest della Cina che solo a guardarlo fa venire i brividi. Non dalla paura ma dall’emozione. Un luogo magico dall’aura misteriosa, sospeso tra il verde della foresta e il bianco delle nuvole. È il Fanjingshan, o riserva naturale del monte Fanjing, nella provicina Guizhou, il più alto della catena montuosa Wuling, con i suoi 2.572 metri di altezza, dove vivono tutt’oggi moltissime specie di piante, alcune addirittura risalenti all’Era Terziaria, e animali, fra cui esemplari considerati a rischio.
Non a caso nel 2018 è diventato Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, che l’ha classificato riserva della biosfera, unico ecosistema di foresta primaria che si è conservato quasi intatto a tale latitudine. Ma non è solo la bellezza naturale a contraddistinguerlo, perché il monte Fanjing è anche un luogo sacro.
I cinesi lo chiamano il bodhimanda (o “luogo di illuminazione“) del Maitreya Buddha, e su di esso sorgono numerosi templi antichi per pellegrini devoti, alcuni andati distrutti, altri ancora intatti. I primi costruiti in loco risalgono alla dinastia Tang, dal VII al X secolo.
L’area più particolare di tutto il monte è la Nuova Cima dorata, “Red Clouds Golden Summit“, a 2336 metri sopra al livello del mare, che ospita sulla sommità il Tempio di Buddha e il Tempio Maitreya, collegati da un ponte di pietra.
I due templi si raggiungono attraverso una lunga scalinata composta da quasi 9000 scalini, un viaggio durissimo ma anche incredibile, ricompensato da un panorama mozzafiato, sospeso tra le nuvole. Si può proprio dire che siano due templi alle porte del cielo. Da vedere almeno una volta nella vita!
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