Alessandra Paolini e Francesco Salvatore per “la Repubblica”
Lo ammette subito, senza giri di parole: «Avevo buttato giù troppe coppe di champagne » . Talmente troppe che quando la polizia l' ha fermato in auto, l' etilometro, è schizzato a 2,7. E 0,5 è il massimo consentito.
Teutonico, non ha fatto una grinza Oliver Glowig, chef pluristellato cresciuto alla corte di Gualtiero Marchesi che in quella notte di due anni e mezzo fa, si è portato a casa il verbale e il ritiro della patente. Di ieri invece è la notizia che il super cuoco davanti al Gup Andrea Fanelli ha deciso di non pagare la ammenda salatissima - come non capiterebbe mai a lui con l' acqua della pasta - da 15 700 euro. Ma ha preferito "espiare la colpa" con 150 ore di servizi sociali. In realtà l' iter giudiziario è più complesso.
Dopo quella notte del 30 novembre 2016, quando gli agenti lo fermano all' Eur riscontrando "i sintomi comportamenti tipici dello stato di ebbrezza alcolica, alito vinoso ed equilibrio precario" e con l' alcoltest a dare loro ragione, mandano il verbale in procura. Il pm non ha dubbi sulla colpevolezza. E chiede al gip il decreto penale di condanna: il giudice gli commina un' ammenda al posto di una pena detentiva. Ieri mattina, nella cittadella giudiziaria di piazzale Clodio, il giudice sospende il procedimento e gli dà la messa alla prova per i servizi sociali.
Cosa dovrà fare? Accudire gli anziani come accade a Silvio Berlusconi? Pulire i parchi dai rami caduti questo inverno? Ancora non si sa.
Deciderà il tribunale. Ma è lui stesso a sperare che la punizione possa essere quella di continuare a "spadellare". La mission per cui è nato. «Del resto - ricorda - anche quando avevo un corner al Mercato centrale della Stazione Termini, una volta a settimana andavo a cucinare per i poveri alla mensa organizzata dall' Ordine dei Cavalieri di Malta.
Faccio volontariato da sempre, ma credo che questo sia un aspetto privato da non raccontare né ai giornali né davanti a una telecamera » . E spiega la sua scelta, Glowig con gentilezza e con il suo accento che non nasconde le origini tedesche. Anche se in Italia ha trovato la sua massima ispirazione: prima all' hotel Quisisana di Capri, poi a Roma all' Aldrovandi e ora a Monte Porzio Catone con il suo " Barrique", elegante locale immerso nell' azienda vitinicola Poggio Le Volpi. « Ho sbagliato, mai mettersi alla guida quando si è alzato il gomito - afferma - ma ho preferito pagare il mio debito mettendomi al servizio della società invece che versare i soldi nelle casse del comune di Roma. Almeno sono utile a qualcuno».
Il racconto di quella sera alcolica è ancora nitido. E quello di una serata passata ad un evento di solidarietà: « Ero tornato molto stanco dal Bahrein, ma dovevo partecipare a una charity. Lì si mangiava, si beveva e io per rilassarmi ho cominciato con lo champagne. Una coppa poi un' altra, non mi sono reso conto di esagerare. L' alcol lo reggo bene, anche perché assaggiare vini fa parte del mio lavoro. Per questo mi sono rimesso in auto per tornare a casa, piuttosto tranquillo...».
Ma si sbagliava. Ad attenderlo a metà strada c' era una volante. Inappuntabile il verdetto : "Guida in stato d' ebbrezza". « Da allora sto attentissimo », conclude Glowig. E raccomando a tutti di non mettersi al volante se si è trincato troppo.