Noemi Penna per "www.lastampa.it"
Ana Kai Tangata si traduce letteralmente come grotta mangia uomini. Ma quale sia il suo vero significato, nessuno lo sa: potrebbe essere "grotta dove mangiano gli uomini", oppure "grotta che mangia gli uomini"; o ancora "grotta dove si mangiano gli uomini".
Un nome che rispecchia le tradizioni tribali, dove il cannibalismo non era di certo un tabù. Ma che probabilmente dovuto alle correnti e alle maree che in tempi passati devono aver risucchiato e intrappolato coloro che cercavano di entrare in questa grotta.
Siamo a Rapa Nui, la celebre Isola di Pasqua.
Ma per una volta i protagonisti non sono i moai. E in questa grotta – in realtà sono due, ma la gemella è tutt'oggi inavvicinabile – si nascondono delle pitture rupestri molto rare: disegni di navi, canoe polinesiane, uccelli e animali disegnate sulla roccia levigata con pigmenti naturali rossi, bianchi e neri misti a olio di squalo. Una chicca per cui forse vale la pena sfidare questo «insidioso» sito, dato che l'acqua, il tempo e la salsedine li stanno cancellando.
In realtà non ci sono pericoli a visitare la grotta se si seguono le raccomandazioni date. In ogni caso, per chi non se la sente di affrontare la «ferocia cannibale» della grotta, con una semplice escursione è possibile arrivare sulla scogliera di fronte, da cui ammirare le onde che si infrangono contro Ana Kai Tangata e la sua <gemella cattiva> che si trova poco più a sud.
Le grotte si trovano vicino all'inizio del Sendero Te Ara o Te Ao. Per arrivarci, partendo da Policarpo Toro bisogna seguire i cartelli presenti lunga la strada che porta al vulcano Orongo.
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