Micol Passariello per "www.repubblica.it"
100mila euro al giorno. Altro che Una notte da Leoni. Per rendere un soggiorno indimenticabile a Las Vegas, non bastano sbornie di slot e cocktail fino al mattino. Il Palms Casino Resort ha appena inaugurato la suite più costosa del mondo: la Empathy Suite, una “sky villa” di 800 metri quadrati, che occupa attico e superattico di un grattacielo con maxi-pareti a vetrata, marmi bianchi e la vista sulle mille luci scintillanti della Strip.
Ma la fantasmagorica suite non costa 100mila dollari a notte (che supera il precedente record del Mark Hotel di New York, dove si soggiorna per la modica cifra di 75mila dollari a notte) solo per la sua posizione spaziale, per gli arredi ultra lussuosi o per i comfort a sette stelle. A rendere così speciale questa suite è l’arte che contiene, firmata Damien Hirst.
“In un hotel è la prima volta nella storia che una camera venga arredata con una simile collezione d’arte”, spiega Jon Gray, general manager of Palms Casino Resort. “Offriamo la possibilità unica di soggiornare in un museo”.
“L’Empathy Suite non è solo una camera piena di opere d’arte: è essa stessa un’opera d’arte”, ci tiene a specificare l’artista inglese. Un’opera che offre ai suoi ricchi Paperon de Paperoni l’ebrezza di dormire tra alcune delle più note opere del Young Brit Artist, come Winner/Loser, i due grossi squali in formaldeide, Casino Royale, la collezione di dieci pannelli con farfalle su tele monocrome dipinte su vetro, una cassa piena di diamanti chiamata The Winner Takes All, Here for a Good Time, Not a Long Time, un scheletro di marlin, teschi vari e il famoso concept di Pharmacy, l’installazione dall’aspetto inconsueto che riproduce una farmacia, riempiendo scaffali, pareti e mensole di pillole.
Il resto è lusso, puro. Progettata con il supporto dello studio di architettura Bentel & Bentel, la Sky Villa ha due spaziose camere da letto, tre sale da bagno, diversi saloni con intrattenimenti di ogni tipo, dal biliardo al bigliardino, fino alle sedute che dondolano come altalene appese al soffitto, una spa personale (con tanto di sala massaggi) e un teatro con cinema annesso. Ma il pezzo forte è all’esterno: una magnifica terrazza che si affaccia sulla città, con chaise longue, divani e l’immancabile piscina tutta a vetri che a ogni bracciata dà l’impressione di fluttuare nel vuoto.
E non finisce qui. Chi sborsa i 100mila dollari per le 24 ore più costose della sua vita avrà un pacchetto da vero nababbo, con chauffeur, maggiordomo e un credito di diecimila dollari da giocare al casinò. “Viva Las Vegas”, canterebbe Elvis.
Chi non potesse permettersi una spesa simile, può sempre ripiegare (si fa per dire) su Jean-Michel Basquiat e Andy Warhol. Frank e Lorenzo Fertitta, proprietari dell’hotel, ne possiedono diversi pezzi. Che, per la gioia di clienti e visitatori, sono esposti in bella mostra tra lobby e saloni del grande resort.
Oppure fare un giro al bar, dove l’eclettico Hirst ha installato The Unknown, altro squalo in formaldeide messo in bella vista sopra il bancone. Troppo? Del resto siamo a Sin City, la città degli eccessi.
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