Francesco Malfetano per "il Messaggero"
Calabria, Lombardia e Veneto. Sono queste tre le Regioni che con ogni probabilità trascorreranno il Natale in zona gialla. Cioè raggiungeranno nella seconda fascia di rischio il Friuli-Venezia Giulia (il cui passaggio è avvenuto già il 29 novembre) e la provincia autonoma di Bolzano (da oggi). Poi per Capodanno, ovvero a partire da lunedì 27 dicembre, a tutte loro si uniranno anche le Marche. Le altre invece, Lazio compreso, non dovrebbero correre rischi di questo tipo.
Anzi per quanto riguarda la Regione della Capitale i dati sembrano incoraggianti, con l'indice Rt ospedaliero destinato a calare, scendendo entro Natale, dall'1.06 della settimana al via oggi a 1. Vale a dire che finiranno in ospedale (specie nelle terapie intensive) meno cittadini.
L'ELABORAZIONE
Scenari questi, elaborati dal Messaggero attraverso un modello matematico che partendo dai dati della Protezione civile e dell'Istituto superiore di sanità (Iss) tiene conto dei vari indici Rt, dell'incidenza del virus in rapporto agli abitanti e dei diversi trend epidemici.
In questo modo - con un margine di errore dettato ad esempio dall'incognita di una maggiore contagiosità di Omicron, da un potenziale aumento dei posti letto a disposizione oppure da una circolazione aumentata del virus a causa del ritorno alla socialità prevedibile durante il periodo di Natale - è inoltre possibile stimare che raggiungeremo un picco tra i 20 e i 25mila nuovi contagi giornalieri entro la fine del mese (+28,9% nel rapporto tra oggi e il 24 dicembre), per poi assistere a una prima inversione della curva tra Capodanno e la Befana. Il peggio quindi, potrebbe finire presto (con le incognite già specificate).
Ma intanto, sempre entro Natale, assisteremo anche ad una probabile impennata dei ricoveri: +30% nelle aree mediche e +36% nelle terapie intensive. Una previsione che, com' è ovvio, testimonia anche l'efficacia dei vaccini anti-Covid. In primis per quanto riguarda la rinnovata protezione che sta offrendo e offrirà la terza dose agli italiani che decideranno di farla (oggi sono già circa 8,4 milioni) e, in secondo luogo, anche grazie alla possibilità di immunizzare i bambini tra i 5 e gli 11 anni tra una decina di giorni (nel Lazio si parte dal 16 dicembre).
D'altronde, ad oggi, un non vaccinato ha un probabilità di infettarsi 4,1 volte maggiore rispetto a un vaccinato. Di finire in terapia intensiva 12,0 volte maggiore e di morire 4,9 volte maggiore.
Tornando alle Regioni, secondo l'elaborazione del Messaggero i peggiori trend di crescita delle ospedalizzazioni entro fine anno si registreranno appunto nei territori a rischio passaggio in giallo: in Lombardia (dagli attuali 14,6% in area medica e 8,7% in terapia intensiva a rispettivamente circa il 19% e il 16%), in Veneto (da 9,2% e 13,1% a circa il 15% e il 20%) e in Calabria (da 14,9% e 9,9% a circa il 20% e il 14%). Scongiurato in ogni caso il loro ulteriore passaggio di fascia che le porterebbe a finire in arancione e a fare i conti con numerose nuove restrizioni.
In giallo invece, grazie al Super Green pass, il passaggio non è traumatico come un tempo. Da tenere d'occhio a causa di un trend in crescita minore ma comunque significativo, Liguria ed Emilia Romagna che invece potrebbero affrontare la zona gialla nel 2022. Infine, al contrario, si stima un lieve calo dei tassi di ospedalizzazione in Basilicata, Puglia, Sardegna e Toscana.