Alessandra Iannello per “il Messaggero”
La febbre del Black friday è scoppiata. Mutuato dalla tradizione americana, questo evento si svolge l'ultimo venerdì del mese di novembre e prevede sconti importanti per tutti gli acquisti anche online. Un bombardamento di sollecitazioni che, nelle persone malate di acquisto compulsivo, si trasforma in un grave pericolo. In un'emorragia di denaro.
Negli Stati Uniti, ma la percentuale è valida anche per l'Italia, svela che il 57% delle compere online fatte con le promozioni vengono poi restituite. Il motivo dei resi non è dovuto, nella maggior parte dei casi, alla difettosità dei prodotti ma al pentimento degli acquirenti che si ritrovano in casa oggetti o abiti assolutamente inutili.
LO SCHERMO
Il dato più interessante è che la maggior parte di chi restituisce è affetto da una patologia che trova nel web il suo luogo d'elezione: l'acquisto compulsivo. Nascosti dietro lo schermo di un computer è infatti più facile, per chi soffre di questa malattia, comprare senza provare gli stessi sensi di colpa che sfiorano quando si entra e esce dai negozi.
Il bulimico dello shopping è conscio che quello che sta per comprare è inutile ma, spinto da un impulso irrefrenabile, non riesce proprio farne a meno. Secondo una ricerca Istat il 5% degli italiani soffre di questo disturbo e di questi l'80% sono donne tra i 30 e i 40 anni, di classe sociale media, che comprano più frequentemente abbigliamento, gioielli e prodotti di bellezza.
Inserito nella sezione dipendenze comportamentali del Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali, insieme alla dipendenza dal gioco o dall'esercizio fisico, la dipendenza da shopping si esprime in diverse fasi.
Nella prima fase, l'acquirente compulsivo inizia ad avere pensieri, preoccupazioni e senso di urgenza verso l'atto di acquistare in generale, il più delle volte senza nemmeno aver individuato un oggetto da comprare. Dalle esperienze riportate dai pazienti, questa fase è spesso preceduta da emozioni sgradevoli quali tristezza, ansia, noia o rabbia.
Nella seconda fase si passa alla pianificazione, studiando il percorso che tocca i negozi di interesse, gli oggetti da comprare fino al metodo di pagamento da usare. Finalmente si arriva alla terza fase, quando, in preda a una eccitazione sensuale, l'acquirente compulsivo guarda, tocca e compra.
A questo momento di puro godimento segue subito il ritorno alla realtà, la quarta fase, quando tutte le sensazioni positive si traducono in sensi di colpa, vergogna e delusione. Lo shopping compulsivo ha la sua cura nelle sedute di psicoterapia dove vengono approfondite le leve che spingono agli acquisti senza limite.
IRREFRENABILE
Fra i consigli degli operatori per evitare di ricadere nello shopping irrefrenabile c'è il dare visibilità a ciò che acquista analizzandolo e calcolandone i costi. Importante è anche usare denaro contante così da avere la percezione fisica dell'ammontare di denaro speso per comprare cose inutili.
Esistono diverse applicazioni scaricabili sullo smartphone che, collegate con le carte di credito e i bancomat, mandano messaggi di allerta, alcuni sono collegati a un braccialetto elettronico che emette una leggera scarica elettrica, se si supera una cifra stabilita acquistando una determinata categoria di oggetti. Altro suggerimento è il blocco di tutte le carte di credito e dell'accesso ai siti di e-commerce.
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