CORONAVIRUS, PRIMO MORTO FUORI DA CINA
cinesi si proteggono dal coronavirus con bottiglie di coronavirus 1 frame dei video delle persone che cadono a wuhan 8
(ANSA) - Un uomo di 44 anni è morto ieri nelle Filippine a causa del nuovo coronavirus: lo riferisce l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), secondo cui si tratta del primo decesso fuori dalla Cina. L'uomo, un cittadino cinese residente a Wuhan, la città individuata come il focolaio dell' epidemia, aveva manifestato i sintomi del nuovo coronavirus durante un viaggio nelle Filippine. "E' il primo decesso noto fuori dalla Cina", ha spiegato Rabindra Abeyasinghe, il rappresentante dell'Oms a Manila, ed è anche il primo da quando molti Paesi hanno deciso di chiudere le frontiere negli sforzi per limitare il contagio. Il numero di morti a causa dell'epidemia ha raggiunto, in base ai dati aggiornati a ieri, quota 304 in Cina, con contagi accertati saliti a 14.411.
VIRUS, SALITI A 14.300 I CONTAGI IN CINA
IL CADAVERE DI UN UOMO A TERRA A WUHAN
(ANSA) - PECHINO, 2 FEB - Il numero di infezioni nell'epidemia di coronavirus in Cina ha superato quota 14.300 a livello nazionale con 2.590 nuovi casi confermati: lo ha detto la Commissione nazionale per la salute. Nel suo aggiornamento quotidiano, la commissione ha dichiarato che ci sono stati 45 nuovi decessi per il virus - tutti nella provincia di Hubei, la più colpita, portando il bilancio nazionale a 304.
SCONTRO SUI CONTAGIATI: “SONO SEI VOLTE DI PIÙ DEI BOLLETTINI UFFICIALI
Estratto dell’articolo di Elena Dusi per “la Repubblica”
«A Wuhan c’erano 76 mila infettati già il 25 gennaio» scrive la rivista medica The Lancet. «L’epidemia crescerà ancora e i contagiati raggiungeranno i 190 mila il 4 febbraio» prevede l’università di Lancaster. Come si conciliano questi numeri — frutto di studi scientifici, non fake news — con i dati ufficiali sui contagi, che ieri citavano 12 mila malati? «I test di laboratorio per fare la diagnosi non possono bastare per tutti. Vengono usati solo per i pazienti più gravi. Per stimare il numero dei contagiati si ricorre allora a modelli matematici, elaborati dai computer, che possono dare dati diversi» spiega Giovanni Maga, virologo e direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr. (…)
ARTICOLO INTEGRALE - https://rep.repubblica.it/ws/detail/generale/2020/02/01/news/scontro_sui_contagiati_sono_sei_volte_di_piu_dei_bollettini_ufficiali_-247359834/
LA CINA È IN GINOCCHIO E CHIEDE L'AIUTO DELL'EUROPA
Cecilia Attanasio Ghezzi per “la Stampa”
POMPE FUNEBRI IN CINA CORONAVIRUS
Oltre 12mila casi, 260 decessi e 27 Paesi coinvolti. Nonostante le misure straordinarie messe in campo e l' incredibile capacità di mobilitare le masse, il gigante asiatico non riesce ad arginare i contagi e chiede aiuto all' Europa.
Il premier Li Keqiang ha chiamato ieri la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen chiedendole di agevolare l' arrivo di forniture mediche. Detto fatto: 12 tonnellate tra tute, guanti, mascherine e disinfettanti sarebbero già in dirittura di arrivo.
Ed è paradossale perché alla Cina fa capo quasi la metà della produzione mondiale e quelle fabbriche sono le uniche ad aver riaperto i battenti. Anche la guerra dei dazi con gli Stati Uniti è stata messa in pausa fino al 31 marzo, almeno su «tutto ciò che può aiutare a combattere il coronavirus».
La regione dello Hubei, oltre 50 milioni di persone in quarantena dal 23 gennaio, ha deciso di estendere le vacanze per il Capodanno cinese almeno fino al 13 febbraio. E la Banca centrale, probabilmente in previsione della riapertura delle borse nella giornata di domani, promette di usare tutti gli strumenti di politica monetaria in suo possesso per assicurare sufficiente liquidità. Intanto si moltiplicano i Paesi che, come l' Italia, hanno dichiarato lo stato di emergenza bloccando i voli da e per la Cina.
Russia, Corea del Nord e Mongolia hanno chiuso anche i confini via terra, mentre una serie crescente di governi ha deciso per il rimpatrio dei propri cittadini. Parallelamente Pechino ha avviato un piano di rientro per residenti dell' Hubei rimasti bloccati all' estero.
coronavirus, militari cinesi con la mascherina 10
E, mentre si allunga la lista delle compagnie aeree che hanno sospeso fino a data da destinarsi i collegamenti con la Repubblica popolare, Stati Uniti e Australia hanno deciso di negare l' accesso a tutti gli stranieri che l' abbiano visitata recentemente.
Intanto, la macchina della propaganda è in azione. I media di stato riprendono droni che intimano a chi cammina per le strade senza mascherina di tornare a casa. Striscioni a caratteri cubitali scandiscono nuovi slogan niente affatto rassicuranti come «Chi non confessa di avere la febbre, è un nemico di classe nascosto tra il popolo»; «Mascherina o ventilazione artificiale, la scelta è vostra»; o «Torna al paese natio quest' anno, e l' anno prossimo sarai nella tomba».
coronavirus 5 ospedali cina per coronavirus 18
Le case di chi è stato recentemente a Wuhan vengono segnate da un cartello che scoraggia le visite, e chiunque rientri nelle metropoli dopo il Capodanno cinese viene sottoposto alla misurazione della temperatura due volte al giorno. Municipalità e regioni vietano matrimoni e funerali per evitare assembramenti mentre scuole e università rimarranno chiuse fino a nuova comunicazione. Un dato sintetizza il Paese che si ferma: i viaggi in treno sono calati di quasi l' 80 per cento rispetto allo stesso periodo dell' anno scorso. E mentre le autorità si preoccupano di assicurare forniture alimentari stabili (esentando dai dazi quelle che arrivano dagli Usa) e minacciano gravi punizioni per chiunque speculi sui prezzi dei beni di prima necessità, una pesante paura aleggia sul futuro a breve termine.
Ieri la sindaca della città di Huanggang, oltre 6 milioni di abitanti ad appena 70 chilometri dal focolaio dell' epidemia, ha annunciato in conferenza stampa che tra oggi e domani la sua città potrebbe registrare un picco di contagi perché tra le 600 e le 700 mila persone sarebbero rientrate da Wuhan prima dell' isolamento. Qiu Lixin, questo il nome del primo cittadino, ha notificato che oltre 300 funzionari locali sono stati puniti perché inadempienti nella lotta contro il virus e ha contestualmente spiegato che da adesso in poi ogni famiglia «avrà un solo componente autorizzato a uscire ogni due giorni per fare la spesa». La vita di ogni cinese è stravolta e sono almeno tre giorni che il presidente Xi Jinping non appare nel tg della sera. E sì che da anni ci aveva abituato alla sua quotidiana e rassicurante presenza.
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