Francesca Angeli per “Il Giornale”
Questione di giorni, forse di ore e anche il vaccino Astrazeneca avrà il via libera. «Abbiamo finito le vaccinazione e i richiami di tutti i volontari dello studio», assicura il professor Vincenzo Libri principale ricercatore per il vaccino Oxford- Astrazeneca e Direttore Centro Ricerche cliniche, University College di Londra UCHL. E anche John Bell, Regius professor di Medicina presso l'Università di Oxford, aveva parlato di un ok in arrivo «subito dopo Natale».
ricerca sul vaccino coronavirus
Astrazeneca che sembrava dovesse essere il più avvantaggiato nella corsa alla commercializzazione della profilassi anti Covid è invece rimasto indietro rispetto a Pfizer e Moderna che presentano un meccanismo rivoluzionario mai sperimentato prima. Ora però il vaccino che vede per la produzione anche la collaborazione della Irbm di Pomezia potrebbe avere il suo riscatto grazie alle sue caratteristiche di vaccino «tradizionale»: più facile da trasportare, più stabile e meno costoso.
Astrazeneca potrebbe infatti essere il vaccino più diffuso nei paesi meno «ricchi» e con sistemi sanitari più arretrati. Tra questi l'India potrebbe essere il primo paese al mondo a concedere l'autorizzazione di emergenza al vaccino Oxford e AstraZeneca. La notizia è filtrata attraverso l'agenzia Reuter. Il siero di Oxford e AstraZeneca è vitale per i paesi in via di sviluppo per via dei costi più contenuti e per la maggiore facilità di trasporto e stoccaggio. Può essere inoltre conservato a temperature non troppo basse.
Cristina Marconi per “Il Messaggero”
(…) AstraZeneca sta aspettando anche l'approvazione per il suo vaccino contro il Covid, quello sviluppato con l'università di Oxford e prodotto a Pomezia, e rallentato dalla confusione fatta nel raccogliere i dati sull'efficacia dei test e nel somministrare le dosi. Secondo un'indagine di Reuters, l'errore fatto dai ricercatori di Oxford è nato da una valutazione sbagliata della concentrazione delle dosi ricevute dalla IRBM/Adventi di Pomezia, analizzate usando un metodo diverso.
Anche la prestigiosa rivista scientifica The Lancet ha confermato che l'errore è stato fatto da Oxford, anche se con un risultato inaspettatamente positivo: pensando erroneamente che le dosi fossero troppo potenti, ne hanno somministrato la metà e hanno scoperto che di fatto la mezza dose, seguita da una intera, è più efficace rispetto a due dosi piene. Purtroppo non sono stati fatti test su persone con più di cinquantacinque anni, rallentando ulteriormente il processo del vaccino più semplice, quello con cui le autorità britanniche puntano a immunizzare la maggior parte del paese.
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