Estratto dell’articolo di Silvia Valente per “MF- Milano Finanza”
Prevenire è sempre meglio che curare, soprattutto in una società che continua a invecchiare. Lo scorrere del tempo e l’avanzare dell’età non si possono di certo fermare ma se ne possono rallentare gli effetti sulla salute delle persone, e di conseguenza sulla sostenibilità del sistema socioeconomico a cui appartengono.
Ancora troppi under 70, addirittura uno ogni due secondi, muoiono a causa di una malattia cronica non trasmissibile (Ncd) – come patologie cardiache e polmonari, cancro, diabete, Parkinson, Alzheimer, depressione e altre malattie neurodegenerative […]
Sarà il tema centrale del XXXVII Congresso della Federazione Medico Sportiva Italiana (Fmsi), presieduta dall’onorevole Maurizio Casasco (FI), che si svolgerà a Roma fino a sabato 22 sotto il titolo «Età biologica, età anagrafica 2.0. Una longevità in salute».
Le malattie non trasmissibili rappresentano una spesa enorme per i Paesi. Non solo perché assorbono il 70-80% del budget sanitari complessivi ma soprattutto perché causano una significativa perdita di produttività, valore che l’Oms stima pari a 47mila miliardi di dollari tra il 2011 e il 2030.
Nel contare i costi delle Ncd vanno considerate anche le spese sanitarie affrontate dalle famiglie. In Italia, stando allo studio svolto dall’Università Bocconi in collaborazione con la Fmsi, il valore medio raggiunge quota 128.500 euro.
D’altro canto, se entro il 2030 a livello globale si investissero 18 miliardi di dollari in più per interventi di prevenzione e salute pubblica si potrebbero generare 27mila miliardi di benefici economici nei sette anni successivi, calcola l’Oms. Oltre al fatto che si eviterebbero almeno 39 milioni di morti per Ncd.
Numeri che risultano ancor più impressionanti se si considera che basta poco per fare la differenza: in primis sarebbe cruciale la prescrizione dell’attività fisica al pari di un farmaco. Soltanto riducendo dell’1% il numero dei sedentari in Italia tra i 15 e i 74 anni il valore aggiunto per il sistema Paese oscillerebbe tra i 71 e 127 milioni di euro, si legge nella ricerca Bocconi-Fmsi.
Puntando più alto, ossia alla trasformazione di tutti gli italiani sedentari (16 milioni) in soggetti che svolgono attività fisica, i benefici toccherebbe minimo quota 5,9 miliardi e massimo 12,5 miliardi di euro. «Un terzo di una consueta manovra finanziaria», evidenzia Casasco. […]
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