Paola Caruso per www.corriere.it
Sono 20.497 i nuovi casi di coronavirus in Italia (ieri sono stati 12.527). Sale così ad almeno 5.185.270 il numero di persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (compresi guariti e morti) dall’inizio dell’epidemia. I decessi odierni sono 118 (ieri sono stati 79), per un totale di 134.669 vittime da febbraio 2020.
Le persone guarite o dimesse sono complessivamente 4.787.453 e 11.777 quelle uscite oggi dall’incubo Covid (ieri 7.098). Gli attuali positivi — i soggetti che hanno il virus — risultano essere in tutto 263.148, pari a +8.595 rispetto a ieri (+5.339 il giorno prima).
I tamponi e lo scenario
I tamponi totali (molecolari e antigenici) sono stati 716.287, ovvero 403.287 in più rispetto a ieri quando erano stati 312.828. Mentre il tasso di positività scende al 2,9% (l’approssimazione di 2,86%); ieri era 4%.
Più contagi in 24 ore rispetto a ieri, oltre quota 20 mila. Per vedere oltre 20 mila contagi bisogna andare indietro ai primi di aprile (vedi +21.261 casi del 3 aprile). Con la differenza che allora l’epidemia stava rallentando, mentre adesso non è così. Dopo la flessione di giovedì, causata dalla diminuizione di test nel giorno festivo dell’Immacolata, la curva riprende a muoversi verso l’alto.
La tendenza resta in salita e lo si vede dal confronto con lo scorso venerdì (3 dicembre) — lo stesso giorno della settimana — quando sono stati registrati +17.030 casi con un tasso del 2,9%: oggi, infatti, ci sono più nuove infezioni di quel giorno. Il fatto che la percentuale di oggi sia identica a quella del 3 dicembre, dovrebbe indicare un rallentamento dell’epidemia (forse il picco dell’ondata?). Si capirà meglio più avanti.
Secondo il monitoraggio della Cabina di regia, l’incidenza cresce a 176 casi per 100 mila abitanti (era 155 per 100 mila nel report precedente), mentre l’indice Rt calcolato sui sintomatici scende leggermente a 1,18 da 1,20 ma è sempre al di sopra della soglia epidemica.
Le vittime
Oltre 100 le vittime nel bollettino. Per la seconda volta in questo mese, il dato più triste è a tre cifre (vedi 103 decessi del primo dicembre).