Paola Caruso per www.corriere.it
In Italia, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, almeno 1.953.185 persone (compresi guariti e morti) hanno contratto il virus Sars-CoV-2: i nuovi casi sono 15.104, +0,8% rispetto al giorno prima (ieri erano +16.308), mentre i decessi odierni sono 352, +0,5% (ieri erano +553), per un totale di 68.799 vittime da febbraio. Le persone guarite o dimesse sono 1.261.626 complessivamente: 12.156 quelle uscite oggi dall’incubo Covid, +1% (ieri erano +23.384). E gli attuali positivi — i soggetti che adesso hanno il virus — risultano essere in totale 622.760, pari a +2.594... rispetto a ieri, +0,4% (ieri erano -7.632).
I tamponi sono stati 137.420, ovvero 38.765 in meno rispetto a ieri quando erano stati 176.185. Mentre il tasso di positività è dell’11% (l’approssimazione di 10,99%): vuol dire che su 100 tamponi eseguiti 11 sono risultati positivi; ieri era del 9,2%. Questa percentuale dà l’idea dell’andamento dei contagi, indipendentemente dal numero di test effettuati. Qui la mappa del contagio in Italia.
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Meno contagi in 24 ore rispetto a ieri, a fronte di meno tamponi. Inizia «l’effetto weekend» sulle analisi che si protrae fino a lunedì: oggi sono comunicati tamponi del sabato, in numero inferiore rispetto a quelli infrasettimanali. Lo stesso effetto si vedrà poi domani a causa dei meno test processati di domenica. Inoltre, ricordiamo che i test durante tutta settimana non hanno mai toccato le 200 mila unità e il record è 254 mila. L’incidenza rimane comunque alta, da non consentire il tracciamento (bisogna scendere a meno di 10 mila casi) e risale pure il rapporto di casi su tamponi che passa dal 9,2% all’11%. Non un buon segnale. Inoltre, c’è preoccupazione per la nuova variante del virus. «La variate inglese non è più cattiva, ma ha una maggiore capacità diffusiva», dice l’infettivologo Massimo Galli.