1 - RITARDI PFIZER, È ALLARME VACCINI IL LAZIO: SOSPENDETE LE PRIME DOSI
Claudia Voltattorni per il "Corriere della Sera"
La buona notizia è che la prossima settimana dovrebbero arrivare 465.660 dosi di vaccino Pfizer. La cattiva è che l'azienda statunitense annuncia nuove riduzioni (anche se inferiori all' ultima del 29%) ancora per altre tre settimane e una regolarità di consegna solo dalla metà di febbraio. Non solo. Secondo un report del commissario straordinario all'emergenza Domenico Arcuri, l'Italia aveva prenotato a Pfizer un totale di 8.635.154 dosi da ricevere entro il 31 marzo.
il vaccino pfizer arriva allo spallanzani
Ma considerati i ritardi già subiti e la nuova pianificazione presentata dall' azienda farmaceutica, a metà febbraio si arriverà a meno della metà delle dosi, cioè 3.885.570, il 45% in meno di quanto ordinato, e sembra piuttosto difficile che in poche settimane si riesca a recuperare il ritardo, nonostante Pfizer prometta che «da metà febbraio i quantitativi disponibili aumenteranno».
E questo, secondo il report, mette a rischio i richiami per 54 mila persone: «Qualora tutte le regioni somministrassero tutte le dosi disponibili nella settimana precedente (116.154 al giorno in Italia) con il solo magazzino residuo nonché con le dosi ipotizzate in consegna da Pfizer, non ci sarebbero tutte le dosi necessarie per i richiami (628.541) considerando il numero dei vaccinati nei 21 giorni». Una situazione che allarma commissario e Regioni e che rischia di far saltare tutto il piano vaccinale italiano, ieri arrivato a oltre un milione e 200 mila vaccinazioni, tra prima e seconda dose.
Il governo ha attivato l'Avvocatura di Stato per valutare eventuali responsabilità di Pfizer e le azioni da intraprendere e anche la Commissione Europea ha sottolineato come l' Italia e tutti gli Stati membri abbiano tutto «il diritto di intraprendere delle azioni legali se delle clausole non vengono rispettate».
Ma, dopo essere stata tra i Paesi Ue più virtuosi, l' Italia ora rischia una brusca frenata.
Nella sua decisione unilaterale, Pfizer ha ridotto le dosi ad alcune regioni di oltre il 50% mettendo a rischio prime vaccinazioni e richiami. Il piano solidale di redistribuzione alle regioni che sono rimaste senza dosi, deciso due sere fa, cerca di arginare i ritardi ma rischia di non essere sufficiente. Tanto che dove sono arrivate meno dosi del previsto sono già stati annunciati ritardi o stop nella campagna.
DOSI DEL VACCINO PFIZER IN ITALIA
Il Lazio, che ha subito un taglio del 30%, ha chiesto a Usl e ospedali di sospendere da oggi «la somministrazione delle prime dosi a qualunque categoria di popolazione», rispettando solo i richiami. Rinviate poi al primo febbraio le vaccinazioni degli over 80. Anche in Lombardia sono rallentate le prime dosi per garantire a tutti il richiamo e la seconda fase con vaccinazione per over 80 e malati cronici slitta all' 11 marzo.
In Puglia, ieri sono state fatte 1.600 vaccinazioni contro le circa 5 mila quotidiane dei giorni precedenti e però nelle categorie prioritarie è stato inserito il personale scolastico. Prenotazioni rinviate anche in Emilia-Romagna a causa della metà delle dosi ricevute. E i governatori delle regioni del centrodestra (Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino, Lombardia, Piemonte, Sardegna e Calabria) attaccano il governo per «l' indecoroso scaricabarile», ricordando che le Regioni «non sono responsabili dei contratti» e invitano il premier Conte ad «assumersi la responsabilità di risolvere la questione».
Intanto, si avvicina il 29 gennaio, data in cui il vaccino AstraZeneca dovrebbe ottenere il via libera dell' Ema che dovrebbe portare all' Italia circa 40 milioni di dosi nel 2021.
In aumento anche le dosi del vaccino Moderna: dopo le 47 mila di questa settimana, dovrebbero inviarne 66 mila dalla prossima, 163mila dall' 8 febbraio, 488.000 dal 22.
Oggi ci sarà l' udienza al Tar del Lazio per il ricorso della Lombardia contro la collocazione in zona rossa fino al 31 gennaio decisa dal governo la scorsa settimana.
La Regione «fortemente penalizzata nell' applicazione delle misure restrittive» chiede l' annullamento dell' ordinanza contro le misure che «costituiscono un vulnus gravissimo e ingiustificato al tessuto economico, sociale e produttivo della Regione» e chiede al ministero della Salute «una tempestiva e rinnovata valutazione dei dati epidemiologici, informata a canoni di adeguatezza, proporzionalità e, in ultima analisi, di legittimità». La decisione del giudice è attesa entro la fine della settimana.
scatole di vaccino pfizer distribuite negli usa 1
2 - MA IL RICORSO DELL'ITALIA È DESTINATO AL FLOP E MERKEL CHIEDE CONTROLLI ALLE FRONTIERE
Marco Bresolin per "la Stampa"
È tutta in salita, e decisamente stretta, la strada italiana per un ricorso contro Pfizer/BioNTech. A quanto risulta, il rispetto del calendario settimanale delle consegne non rappresenta un obbligo legalmente vincolante. L'unica scadenza che l' azienda sarebbe tenuta a rispettare tassativamente è quella trimestrale. E da Pfizer sono certi che da qui alla fine di marzo tutte le dosi previste saranno consegnate.
giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles 1
Tanto che hanno assicurato che i "buchi" saranno tappati già dalla prossima settimana e comunque entro la metà di febbraio. Ma in Europa monta la rabbia per essere rimasti a seccho e i leader Ue ne discuteranno oggi. Durante il vertice in videoconferenza Angela Merkel lancerà l' allarme sull' impennata dei contagi dovuta alle varianti del virus e chiederà di limitare la libertà di circolazione per chi proviene dalle aree più colpite, anche all' interno dell' Ue ed eventualmente anche all' interno dei singoli Stati.
Il problema dei ritardi del vaccino di Pfizer non è solo italiano, anzi. Si stima che, mediamente, questa settimana tutti i Paesi Ue abbiano ricevuto il 35-40% di dosi in meno.
Una frenata significativa e quasi imprevista, dato che è stata comunicata soltanto venerdì scorso. Ma dietro questo rallentamento ci sarebbe soltanto la necessità dell' azienda di riorganizzarsi per aumentare la produzione e non un dirottamento dei vaccini verso l' altra sponda dell' Atlantico.
scatole di vaccino pfizer distribuite negli usa
Ne sono convinti a Bruxelles, dove il clima è decisamente più ottimistico rispetto a quello che si respira nelle principali capitali Ue. Pfizer ha garantito che già dalla prossima settimana ci sarà un recupero quasi totale delle dosi non consegnate e che la media dei vaccini effettivamente spediti nell' arco di questi 14 giorni salirà al 92% della quantità prevista. Il restante 8% sarà poi recuperato nella settimana del 15 febbraio. Lo stop ha però creato molti problemi ad alcuni governi, specialmente quelli che avevano usato tutte le dosi a disposizione e non avevano tenuto una riserva per i richiami.
ursula von der leyen incontra giuseppe conte a palazzo chigi 1
Al momento solo Roma ha manifestato apertamente l' intenzione di avviare una causa legale, ma i margini sono strettissimi. Perché l' unico vincolo giuridico per Pfizer riguarderebbe la quantità di dosi da consegnare entro il trimestre, non il calendario settimanale. Chi segue il dossier spiega che ci potrebbe essere un' altra strada: dimostrare che i ritardi hanno provocato danni sanitari, per esempio provando che chi non ha ricevuto il richiamo in questi giorni si è ammalato. Strada tutto in salita.
I leader discuteranno anche di come aumentare la capacità produttiva delle aziende farmaceutiche, offrendo soluzioni per nuovi siti industriali. E affronteranno il nodo della carenza di siringhe utili a estrarre sei dosi per fiala che sta mettendo in difficoltà alcuni Paesi anche perché Pfizer ha iniziato a contabilizzarla.
Austria, Repubblica Ceca, Grecia e Danimarca hanno scritto alla Commissione per invitarla a fare pressioni sull' Ema in modo da accelerare l' approvazione del vaccino di AstraZeneca, ma la richiesta è stata rispedita al mittente. Atene tornerà alla carica anche sul certificato vaccinale: i governi sono d' accordo nel dire che serve un riconoscimento reciproco, ma non ci sarà alcun "passaporto" per garantire la libertà di movimento ai vaccinati perché molti Stati si oppongono.
Poi c' è il capitolo varianti. La Commissione vuole che gli Stati facciano di più sul fronte del sequenziamento del virus, mentre Merkel chiederà di limitare la libertà di movimento dalle zone più colpite dalle varianti, imponendo test e quarantene.
C'è anche un aspetto geopolitico che preoccupa i governi europei ed è legato al fatto che nel primo semestre di quest' anno non saranno in grado di aiutare i Paesi più poveri con la donazione delle dosi, mentre Russia e Cina sono pronte a usare le fiale come arma diplomatica. A livello globale il tema è caldissimo, tanto che India e Sudafrica hanno proposto alla Wto di cancellare i brevetti sui vaccini per consentire a tutti di avviare una produzione di massa. Ma i principali Paesi occidentali si sono opposti.