Cristina Marrone per "www.corriere.it"
I guariti da Covid-19 devono vaccinarsi?
Sì, perché ad oggi non sappiamo quanto duri la protezione del sistema immunitario dopo l’infezione da Covid-19 (asintomatica o sintomatica) ed è inoltre probabile che la risposta non sia univoca da persona a persona. «La quantità di anticorpi dopo l’infezione non è in genere comparabile a quella più elevata che si ottiene dopo l’immunizzazione: vaccinando anche i guariti si raggiunge il potenziamento e l’ottimizzazione della risposta immune» spiega Mario Clerici, professore ordinario di Immunologia all’Università di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi.
Quando devono farlo?
Le nuove linee guida pubblicate dall’Istituto Superiore di Sanità stabiliscono che chi è guarito da oltre sei mesi dovrebbe fare entrambe le dosi, mentre è raccomandata un’unica dose dopo almeno tre mesi dall’infezione documentata e preferibilmente entro sei mesi. Fanno eccezione gli immunodepressi che, seppur guariti da Covid-19 devono essere vaccinati al più presto con doppia dose.
Perché una sola dose?
La singola dose funziona come un richiamo e stimola un’elevata quantità di anticorpi. La raccomandazione si basa su pubblicazioni citate dall’Iss in cui si è visto che «nelle persone con pregressa infezione da Sars-CoV-2 la risposta immunitaria evocata dalla prima dose di vaccino mRNA è robusta e paragonabile e persino superiore a quella ottenuta con due dosi nei soggetti sieronegativi». Inoltre secondo dati molto preliminari «è ipotizzabile che la risposta immunitaria alla seconda dose» in chi è già stato infettato «possa essere irrilevante o controproducente».
I dati si riferiscono ai vaccini mRNA e secondo l’Iss non ci sono differenze per altre tipologie di prodotti. «La scelta della singola dose nei primi sei mesi dall’infezione -puntualizza tuttavia Clerici - deriva più che altro dal fatto che c’è carenza di vaccini ed è giusto in questo momento privilegiare chi è ancora suscettibile. Anche i guariti dovrebbero comunque seguire il protocollo classico con doppia dose e lo potranno fare una volta che ci sarà maggior disponibilità del prodotto, tra qualche mese.
Esiste un vaccino raccomandato per chi ha avuto Covid-19?
«No, non lo sappiamo. Non c’è nessun trial clinico che suggerisca una tipologia di vaccino migliore dell’altra per i vaccinati – aggiunge l’immunologo - ma visto che si parla di monodose, per buonsenso si potrebbe pensare a Johnson&Johnson. Sarebbe comunque una scelta che non deriva dalla pratica clinica».
Quanto dura l’immunità sviluppata da una precedente infezione?
Il documento dell’Iss riporta uno studio multicentrico su 6.600 operatori sanitari del Regno Unito che ha valutato il rischio di reinfezione: «La durata dell’effetto protettivo dell’infezione ha una mediana di 5 mesi». Tuttavia altri studi riportano dati di memoria immunologia anche superiore agli otto mesi.
CORONAVIRUS - VACCINAZIONE A MILANO
Che cosa succede se scopro con un test sierologico che non ho più anticorpi nonostante una malattia recente?
«Il fatto che ci sia una risposta anticorpale debole o assente a distanza di mesi – chiarisce l’immunologo - non significa che non ci sia protezione. La risposta immunitaria a breve termine è mediata dalle cellule B che producono anticorpi, ed è quanto rileva un test sierologico. Esistono però anche le cellule T di memoria, che stimolano la produzione degli anticorpi quando c’è il contatto con il virus. Studi ci dicono che uomini e scimmie infettati da Sars-CoV-2 pur non avendo cellule B hanno i linfociti T. Il problema è che le cellule di memoria non le possiamo andare a cercare».
Non esiste un test per misurare i linfociti T?
«No, non è possibile farlo. È una procedura molto complessa, possibile solo in strutture di ricerca altamente specializzate, utilizzata in alcuni studi proprio per misurare la durata della protezione di memoria» spiega Clerici.
È utile fare il test sierologico per accertare se si è già stati colpiti dal virus?
L’Iss dice che non è indicato. «Non c’è motivo– conferma il professore – perché anche se si ha avuto un’infezione, pur senza sintomi, l’indicazione è quella di vaccinarsi. Vincolare il vaccino alla presenza o assenza di anticorpi non ha senso».
Non è pericoloso fare la doppia dose se si ha già avuto l’infezione magari senza saperlo?
«No, al limite possono verificarsi reazioni avverse come febbre, brividi e dolori muscolari, debolezza, mal di testa più duraturi - conclude l’immunologo-. È una risposta attesa perché si va a sollecitare al massimo una risposta immunitaria che già c’è, ma nessuno degli effetti collaterali è stato così serio da suggerire di non fare la seconda dose».
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