Giampiero Valenza per "il Messaggero"
Lo stress e l'ansia pandemia hanno fatto scatenare un generale gran mal di testa. Gli attacchi, nell'ultimo anno, sono aumentati di oltre il 40%. Sia in chi già soffriva di cefalea sia in chi aveva i dolori solo sporadicamente. Il continuo stato di tensione, anche se non ce ne rendiamo conto, ha avuto effetti anche invalidanti. Che vogliono dire non riuscire a lavorare a leggere, stare chiusi in una stanza al buio, non poter sentire rumori. Ciò è comprensibilmente stato accompagnato da un uso eccessivo di analgesici e trattamenti per l'emicrania acuta
Il BUIO
«La pandemia ha cambiato le nostre vite e stravolto le nostre abitudini spiega Cherubino Di Lorenzo, responsabile del Centro Diagnosi e Cura delle Cefalee INI Grottaferrata - esacerbando e peggiorando una patologia già molto diffusa: la cefalea. Lo stress di quest' ultimo anno e mezzo ha influito notevolmente sui pazienti. Un dolore, per quanto lieve, che non scompare mai, alla fine debilita profondamente e sembra far impazzire.
Un altro aspetto che è giusto approfondire della relazione tra questa pandemia e l'insorgenza del mal di testa, riguarda il ruolo dei vaccini. Molte persone allarmate ci hanno segnalato di aver avuto una forte cefalea dopo la somministrazione del vaccino. Se, e sottolineo se, dovesse manifestarsi un episodio di cefalea, di solito non sarà dissimile da quelli a cui il paziente è abituato. Dura non più di uno o due giorni ed è facilmente risolvibile con un analgesico. Telefonare allo specialista è comunque una buona cosa».
Oltre all'ansia e allo stress il lavoro/studio al computer ha avuto ed ha un ruolo determinante nell'insorgenza del mal di testa. Non è tanto lo stare incollato al video a creare problemi quanto farlo senza pause.
IL COLLO
Quando si è stressati, i gruppi muscolari di collo, viso, cuoio capelluto, mascella, spalle e torace tendono a contrarsi più di quanto farebbero normalmente a riposo, e queste contrazioni muscolari possono causare dolore e una sensazione di fastidio estremo simile a una fascia stretta che preme sul capo, in modo insistente a livello delle tempie.
«Il mio consiglio per le persone che sono in smartworking è quello di fare delle pause. E per pausa non intendo cucinare, aggiustare qualcosa, aprire Facebook o rispondere alle email. Significa, davvero, staccare la spina. Alzarsi in piedi, sgranchirsi le gambe e, se possibile, uscire di casa. Bastano poche centinaia di metri per distendere la muscolatura e la mente. In modo di riprendere a lavorare più tranquilli».
A volte, inoltre, lavorando da casa si tende ad assumere per tanto tempo una postura scorretta, che grava anch' essa sul collo e sulle spalle. Il sonno insufficiente, i ritmi quotidiani stravolti e le abitudini alimentari malsane, infine, possono dare il colpo decisivo. In questo periodo la patologia potrebbe anche aggravarsi causa caldo. La disidratazione può, infatti, scatenare violenti attacchi.
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