Fabrizio Barbuto per “Libero quotidiano”
Se quel vostro insopprimibile desiderio di restarvene a letto viene interpretato come banale pigrizia, da oggi avete un buon motivo per mettere a tacere tutti quanti: ad inchiodarvi al materasso potrebbe non essere l' accidia, bensì un disturbo volgarmente noto come "sindrome del dormiglione" o, se preferite, "clinomania" o "disania".
Si tratta di una patologia che non vanta un riconoscimento medico ufficiale ma che continua a mietere vittime cui, non di rado, viene ingiustamente attribuita indolenza e fannullaggine. Il clinomane - a dispetto di quanto pensa chi vede di mal occhio alla sua abulia - non può opporsi allo strenuo bisogno di avvolgersi tra le lenzuola, pertanto vive come un trauma l' abbandono di quel giaciglio nel quale sarebbe capace di trascorrere interi giorni o settimane.
Il dottor Mark Salter, del Royal College of Psychiatrist, in un articolo di Bbc Three enuncia: «Diasania è un termine usato raramente per esprimere il fatto che non ci si riesce a tirare giù dal letto al mattino. È un comportamento a volte riscontrabile in coloro che soffrono di disturbi depressivi. La letargia, combinata con il traumatico risveglio mattutino, a volte si manifesta come una completa incapacità di muoversi».
I sintomi della patologia in oggetto sono comuni un po' a chiunque fatichi a tollerare il rintocco della sveglia, ma non bisogna confondere una temporanea riluttanza a rimettersi in piedi con un disturbo che rischia addirittura di castrare la vita sociale dell' individuo.
SINTOMI E CAUSE Peraltro, non ci si scopre clinomani per ragioni inesistenti: infatti, come lo stesso Salter osserva, le cause del disagio vanno indagate nei trascorsi di vita dell' indisposto. Egli potrebbe sviluppare la patologia quale conseguenza di una depressione che, agendo latente e insospettata, lo depriva degli stimoli necessari ad affrontare il mondo al di fuori della sua cosiddetta "zona di comfort", vale a dire quella in cui si sente al sicuro. È così portato a intravedere, nel suo caldo e accogliente giaciglio, un surrogato postumo del grembo materno, dove gli è concesso di mettere in stand by la propria vita in attesa che il peggio sia passato.
Ma non sempre il malato è cosciente di quale sia la sostanza del "peggio" da cui cerca rifugio sotto il piumone, e per approfondirne la natura potrebbe tornargli utile il supporto di uno specialista: lo psicologo dovrebbe costituire una buona ragione per abbandonare il letto poiché, con il suo intervento, si prefigge di mettere a fuoco le ferite ataviche che hanno fatto da humus alle abitudini del clinomane.
Ma anche da soli si può trovare il modo di uscire dal tunnel di una disforia che si traveste d' accidia. Allo scopo occorre riconoscere con se stessi che qualcosa non va, così da imbrigliare il proprio stile di vita imponendogli una nuova routine.
E dunque, cari clinomani in lettura, chi vi da dei "fannulloni" sbaglia nei modi, tuttavia dovreste dare ascolto al suo spartano tentativo di mettervi a confronto con una realtà sulla quale dovete agire. Potreste, ad esempio, ristabilire il ciclo sonno/veglia con un integratore di melatonina: stare sempre a letto e non esporsi mai alla luce del sole, a lungo andare, rischia di stravolgere il bioritmo alimentando il circolo vizioso del disturbo.
Fondamentale è poi approfondire la natura del vostro bisogno di stare a letto e, qualora celasse davvero dei risvolti patologici, intervenite; se invece si tratta solo di una marcata pigrizia, imponetevi con voi stessi di conciliarla esclusivamente nelle sole ore notturne, quando il materasso potrebbe divenire un ospitale complice del riposo anziché un fortuito sabotatore dell' equilibrio esistenziale.