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Estratto dell'articolo di Raffaele D'Ettorre per “il Messaggero”
In medicina viene chiamata "Sindrome dell'arto fantasma", una patologia che colpisce 7 persone amputate su 10 portandole a percepire stimoli da un arto che non c'è più. […] grazie alla tecnologia adesso può trasformarsi in un'opportunità: indossando un piccolo dispositivo progettato dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, da EPFL (Ecole Polytechnique Federale de Lausanne) di Losanna e dal Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio, […]
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Parte tutto dall'ipotesi che la "Sindrome dell'arto fantasma" non sia in realtà un disturbo neurologico ma che sia dovuto a una sorta di riorganizzazione delle terminazioni nervose in seguito all'amputazione. […]
«In sostanza spiega Francesco Iberite, dottorando dell'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna che ha condotto lo studio poggiando qualcosa di caldo o di freddo in un punto dell'avambraccio, posso trasmettere la stessa sensazione che si sentirebbe con il pollice o con l'indice. La pelle dell'avambraccio diventa così una sorta di interfaccia di trasmissione» che fornisce un feedback della temperatura in modo non invasivo, grazie a un piccolo dispositivo denominato "MiniTouch", un piccolo sensore indossabile ideato per essere integrato nelle protesi.
GLI ITALIANI
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La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale Science, apre la via alla progettazione di protesi multisensoriali sia per il tatto che per il calore, che potrebbero essere commercializzate già entro i prossimi dieci anni. Ma non è l'unico progetto in cui l'Italia sta facendo da apripista in tema di tecnologia applicata all'accessibilità.
A LEOPOLI
Sempre dalla Penisola arriva l'intuizione di Movendo Technology, azienda spin-off dell'Istituto Italiano di Tecnologia che a Leopoli ha dato vita a una piattaforma robotica avanzata pensata per la riabilitazione di chi ha perso braccia e gambe a causa della guerra[…]la tecnologia consente ai pazienti con protesi agli arti di recuperare il tono muscolare perso dopo l'amputazione, prevenendo il rischio di caduta.
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«Il robot, grazie all'IA, valuta lo stato del paziente ed elabora una riabilitazione personalizzata valutando i miglioramenti nel tempo», spiega Daphne Arfenotti, responsabile clinica di Movendo. La piattaforma robotica, chiamata "Hunova", guida il paziente negli esercizi di recupero presentati in forma di videogame interattivi, con percorsi studiati per occuparsi anche della riabilitazione relativa a problematiche neurologiche e neuromotorie come il Parkinson e la Sclerosi Multipla.
[…] si moltiplicano le iniziative anche da parte della Silicon Valley per portare sui nostri dispositivi sempre più funzioni che aiutino l'inclusività. Google, con la app Lookout, sfrutta l'IA e la fotocamera del telefono per "leggere" il mondo che ci circonda, descrivendo alle persone ipovedenti o non vedenti cosa hanno intorno.
Microsoft lo scorso anno ha lanciato il suo Inclusive Tech Lab, dove gli ingegneri sviluppano dispositivi progettati per persone con disabilità, e ha già integrato nel suo browser Edge un set di strumenti per migliorarne l'accessibilità, come la descrizione automatica delle immagini e i comandi vocali. Amazon, infine, ha reso disponibili i gesti su alcuni dei suoi dispositivi smart: adesso si possono disattivare timer e sveglie semplicemente con un movimento delle mani, senza dover utilizzare la voce o toccare lo schermo.
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