Estratto dell’articolo di Letizia Gabaglio per “la Repubblica”
Una prova generale di gestione delle epidemie. È quella che la comunità scientifica ha fatto negli anni Ottanta con l’Hiv, un’infezione che si è trasformata – grazie ai farmaci – da letale a cronica. […] Calvin Cohen, è uno dei virologi statunitensi che più hanno contribuito, con la sua dedizione, alla lotta contro il virus dell’Hiv.
[…] A 40 anni di distanza da quei primi casi incomprensibili, oggi l’infezione da Hiv è curabile e, nel mondo occidentale, considerata una malattia cronica: da scoprire il prima possibile e curare con farmaci tutta la vita. Le nuove terapie, peraltro, non solo sono efficaci nel tenere sotto controllo l’infezione senza che si arrivi a sviluppare Aids, ma lo fanno con così tanto successo da azzerare la possibilità per il paziente di trasmettere il virus, contribuendo alla riduzione della sua circolazione fra la popolazione.
[…] «Ci sono due approcci: l’immunizzazione passiva o attiva. Il primo è quello su cui abbiamo ottenuto risultati molto interessanti ed è la strada che stiamo perseguendo. Consiste nella combinazione di anticorpi potenti, che consentono all’organismo di combattere il virus, insieme a una nuova molecola che lo colpisce in maniera selettiva, la lenacapavir», sottolinea Cohen.
«Quest’ultima, peraltro, è una molecola che ha caratteristiche uniche perché può essere sviluppata sia come compressa che come infusione sottocute». I risultati di questi studi sono stati presentati qualche settimana fa a Seattle durante il più importante congresso mondiale sull’Hiv, il Crpi (Conference on retroviruses and opportunistic infections) e dimostrano che questa strategia può funzionare. Non solo. Si tratta di un trattamento a lunga durata d’azione con dosaggio semestrale, caratteristica che va incontro ai pazienti.
«Di fatto ci troviamo all’inizio di una nuova era, quella in cui potremo dire alle persone di venire in ospedale due volte all’anno per 30 minuti e dopo di continuare a vivere la loro vita normalmente», specifica il virologo. La ricerca non punta solo all’efficacia ma anche alla facilità con cui una terapia, soprattutto se per tutta la vita, deve essere assunta, così da migliorare la cosiddetta aderenza. In questo modo migliora la qualità di vita delle persone sieropositive. […]