Dolori alle mani e ai piedi e rigonfiamenti anche di modesta entità a queste articolazioni, associati alla sensazione di rigidità al mattino, che può durare fino a un'ora dopo il risveglio. Ma anche una febbricola che non ha apparenti spiegazioni e una sensazione di stanchezza sproporzionata rispetto alle attività giornaliere, oltre che una depressione del tono dell'umore.
Sono questi alcuni 'campanelli di allarme' che se durano in genere dalle 4 alle 6 settimane possono far pensare alla comparsa dell'artrite reumatoide, una delle più importanti malattie infiammatorie croniche delle articolazioni, e che devono spingere a consultare un medico.
A fornire il quadro è il presidente della Società italiana di reumatologia (Sir), Luigi Sinigaglia. «Oggi sappiamo che ogni strategia terapeutica è tanto più sicura di darci dei risultati quanto più precocemente viene messa in atto- spiega Sinigaglia- è fondamentale fare una diagnosi molto rapida per poter istituire una terapia adeguata».
In Italia la prevalenza della malattia è stimata in oltre 400mila casi. «L'artrite reumatoide - aggiunge Sinigaglia - colpisce più frequentemente le donne rispetto agli uomini, quindi è soprattutto nelle donne che bisogna fare riferimento a questi campanelli di allarme».
C'è poi un'altra patologia importante: la spondilite anchilosante, che colpisce circa 600 mila persone. «Per quanto riguarda la spondilite e in generale quel gruppo di malattie chiamate spondiloartriti - evidenzia l'esperto - il campanello di allarme più importante è il mal di schiena. Un dolore lombare dalle caratteristiche particolari.
Si parla di lombalgia di tipo infiammatorio, un mal di schiena che insorge soprattutto la notte e investe le prime ore dopo il risveglio». «Deve essere distinta dal più comune mal di schiena, che avviene invece dopo che si è stati a lungo in piedi o dopo uno sforzo- puntualizza- insieme a questo dolori lombari che spesso si irradiano alle natiche e alle cosce, si fermano al ginocchio, a destra o a sinistra».
In questo caso ad essere più colpiti sono gli uomini, con un rapporto di 7 a 3,8 a 2 rispetto alle donne. Quello che accomuna entrambe le malattie e' che colpiscono tipicamente giovani, nel pieno dell'attività lavorativa, incidendo sulla qualità di vita.
Poi ci sono sintomi di allarme generici che devono fare pensare a una malattia reumatica: febbre persistente, dolori articolari che si spostano da un'articolazione all'altra, il fatto che la cute improvvisamente dimostri un'eccessiva sensibilità all'esposizione al sole.
Nell'anziano la cefalea, che può far pensare all'arterite temporale, o dolori contemporaneamente alle spalle e alle anche, possibile spia della polimialgia reumatica.
«Il primo passo verso una diagnosi precoce è un autovalutazione del paziente- conclude Sinigaglia- oggi in reumatologia sono stati fatti grandissimi progressi e si sono raggiunti risultati fino a 15 anni fa insperati, abbiamo delle armi terapeutiche molto potenti in grado di condizionare in maniera decisiva l'evoluzione di queste malattie».
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