Estratto dell’articolo di Filippo Fiorini per “la Stampa”
Ugur Sahin e la moglie Özlem Türeci, entrambi ricercatori turchi e cofondatori in Germania di BioNTech, avevano detto nell'ottobre del 2022 che sarebbe stato entro il 2030. In un'intervista a gennaio, i due scienziati che hanno collaborato con Pfizer alla produzione del vaccino contro il Covid, si erano corretti, precisando: «Probabilmente sarà anche prima». Tre giorni fa, Paul Burton, direttore sanitario di Moderna, ha abbassato le stime al 2028. Cinque anni per avere un vaccino contro il cancro.
Big Pharma è in corsa verso la cura del male del secolo, grazie alle tecniche genetiche che ha scoperto per far fronte alla pandemia. Non un vaccino per tutti i tipi di cancro, ma un vaccino Rna che permetterà di trattare soggetti malati di numerosi tipi di tumore, oltre che di altre patologie, come malattie autoimmuni, cardiovascolari o il virus sinciziale (che causa un'infezione respiratoria).
[…] Viene prelevata una biopsia a un paziente malato di cancro. Un laboratorio esamina il campione e il materiale genetico viene sequenziato, al fine di identificare le mutazioni non presenti nelle cellule sane.
Un computer verifica quali tra queste mutazioni stiano portando alla crescita del cancro e possano attivare il sistema immunitario. Sempre in laboratorio, viene creata una molecola di Rna messaggero contenente le informazioni per creare gli antigeni in grado di scatenare la risposta immunitaria.
Somministrando un'iniezione di queste molecole al paziente (in certi casi non legati al cancro, come quello dell'influenza, basterà anche una sola iniezione), l'mRna si traduce in parti di proteine identiche a quelle presenti nelle cellule tumorali, così che il sistema immunitario possa riconoscerle e distruggerle. […]