Silvia Turin per il “Corriere della Sera”
LA TERZA DOSE DEL VACCINO ANTI-COVID
Una delle preoccupazioni maggiori rispetto alla convivenza con la variante Delta (ormai prevalente) è che i vaccinati, se infettati, abbiano la stessa capacità di trasmettere il virus dei non vaccinati.
L'ipotesi era stata formulata misurando le cariche virali di individui contagiati da Delta, che erano risultate, inaspettatamente, molto alte. Questa dinamica spesso è stata utilizzata come argomento dei no vax nei dibattiti, ma è stata smentita nel tempo dai numeri sui casi. Gli studi scientifici relativi, però, finora sono stati pochi.
roma vaccinazione anti covid 19 per i maturandi 1
Adesso sul tema è appena uscito un importante lavoro in prestampa che arriva dall'Università di Oxford. La ricerca, datata 29 settembre e non ancora sottoposta a revisione, dice che le persone vaccinate sono meno infettive anche con Delta e anche se il conteggio dei cicli Ct (che misura la carica virale) fosse lo stesso dei non vaccinati .
reparto di terapia intensiva brescia 18
Inoltre, mostra che i bambini sembrano essere meno infettivi e meno suscettibili, anche con Delta, proprio come succedeva con le altre varianti. I dati sono stati ricavati da uno studio di coorte osservazionale retrospettivo sui contatti di Sars-CoV-2 infettati dai «casi indice» (i primi infettati di un focolaio) utilizzando i dati dei tamponi eseguiti in Inghilterra tra il 2 gennaio 2021 e il 2 agosto 2021.
I «secondi contagi» sono avvenuti prevalentemente per contatto all'interno delle famiglie (70%), ma anche dopo visite a casa (10%), eventi o attività (10%) e al lavoro o scuola (10%). I risultati hanno mostrato che due dosi di Pfizer o di AstraZeneca nei casi indice di variante Alfa hanno ridotto la possibilità di contagiare altre persone . Anche con la variante Delta i vaccini hanno attenuato i contagi associati: due dosi di Pfizer hanno ridotto la trasmissione più che con AstraZeneca.
reparto di terapia intensiva brescia 19
La protezione dai contagi è diminuita nel tempo dopo la seconda vaccinazione, in modo più marcato con Astrazeneca rispetto a Pfizer. Le infezioni della variante Delta avevano cariche virali più elevate di Alfa sia nei casi sintomatici che in quelli asintomatici, indipendentemente dallo stato di vaccinazione.
La carica virale di vaccinati e non vaccinati era di fatto simile. Questo non ha portato alla stessa probabilità di infettare: la maggior parte dell'effetto protettivo dei vaccini rimaneva, ovvero, lo studio ha mostrato come sono altri i fattori importanti nella riduzione della trasmissione associata al vaccino.
Ad esempio, scrivono gli autori dell'articolo, «è possibile che la vaccinazione faciliti una più rapida eliminazione dei virioni infettivi vitali, lasciando dietro di sé virioni inefficaci e danneggiati che però contengono ancora Rna rilevabile tramite tampone molecolare». Misurare la carica virale, quindi, sovrastima quanto siano infettive le persone vaccinate. Ciò suggerisce che non è la carica virale l'unico fattore della maggiore infettività della variante Delta: le persone vaccinate non sono contagiose tanto quanto i non vaccinati infetti con Delta, anche con la medesima carica virale.