Fabio Savelli per il “Corriere della Sera”
È l'ultimo rapporto, il più aggiornato. Misura in maniera sempre più attendibile l'impatto dei vaccini sul decorso delle infezioni Covid in parallelo col progredire della campagna che estende l'immunizzazione su fasce sempre più ampie della popolazione. Il periodo preso in esame dall'Istituto Superiore di Sanità, che lo ha redatto, comprende gli ultimi 30 giorni. Si tratta di un'istantanea più accurata perché i numeri di vaccinati sono ormai nell'ordine di diversi milioni e permettono riflessioni ponderate sulla differenza tra chi vaccinato lo è e chi ancora no.
Il primo effetto è l'efficacia complessiva della vaccinazione che «è superiore al 70% nel prevenire l'infezione in vaccinati con ciclo incompleto» e «superiore all'88% per i vaccinati con ciclo completo». L'efficacia nel prevenire l'ospedalizzazione sale «all'80,8% con ciclo incompleto» e «al 94,6% con ciclo completo». Mentre «nel prevenire i ricoveri in terapia intensiva è pari all'88,1% con ciclo incompleto e al 97,3% con ciclo completo». Sui decessi la diapositiva è incoraggiante: «L'efficacia è pari a 79% con ciclo incompleto e al 95,8% con ciclo completo». Con una nota metodologica: si tratta di stime che non tengono in conto fattori che potrebbero influire nella valutazione come la presenza nei soggetti infetti di «comorbidità», cioè con patologie che potrebbero moltiplicare il rischio.
LA FASCIA 12-39 ANNI
Si tratta della fascia d'età che ha cominciato da circa un mese con le somministrazioni. È entrata ora nel vivo della campagna. Ha un'indice letalità da Covid quasi irrilevante ma ha una mobilità maggiore e quindi maggiori capacità di trasmissibilità del virus. L'88,4% dei contagi di questo ultimo mese e in questa fascia d'età è avvenuto in soggetti non vaccinati. L'8,1% dei casi era stato coperto con una dose. Il 3,4% con due dosi. Le ospedalizzazioni riguardano per il 97,2% quelli senza copertura e solo lo 0,8% tra chi ha completato il ciclo vaccinale. Ci sono stati zero decessi per chi era vaccinato, mentre l'87,5% degli eventi avversi in chi non era vaccinato.
LA FASCIA 40-59 ANNI
Con questa anagrafica differenze analoghe tra i non vaccinati e chi lo è. Il 71,3% dei casi Covid di questo ultimo mese, segnala l'Iss, riguarda soggetti privi di copertura vaccinale, il 19,7% aveva avuto una dose, solo il 9% aveva completato il ciclo vaccinale. In questa fascia d'età siamo al rischio zero di vaccinati che finiscono in terapia intensiva. Non ci sono casi segnalati. Perché il 95,7% di chi ha avuto bisogno dell'ossigeno non era stato vaccinato. Anche sui decessi proporzioni analoghe: il 90% non era vaccinato, solo il 2% aveva ricevuto le due dosi, l'8% solo una.
LA FASCIA 60-79 ANNI
In questa fascia la letalità Covid non è stata irrilevante. Nell'ultimo mese le proporzioni sono cambiate facendo pendere la bilancia ampiamente dalla parte dei vaccinati. Il 47,7% dei nuovi casi non era vaccinato, solo il 18,2% invece aveva completato il ciclo vaccinale. Di chi è finito in terapia intensiva il 71,2% era privo di copertura, con doppia dose la percentuale è scesa al 3%, al 25,8% con una dose sola. Il 73,1% dei deceduti non era vaccinato, solo il 5,6% aveva completato il ciclo.
GLI OVER 80
Anche in questa fascia c'è una differenza sostanziale tra i vaccinati e non. Tra gli ospedalizzati il divario si accorcia solo per le degenze ordinarie: il 49,9% dei ricoverati non era vaccinato contro il 42,1% che lo era. Ma l'80,8% di chi è finito in terapia intensiva in assistenza respiratoria non aveva fatto la vaccinazione e solo il 19,2% aveva ricevuto il ciclo completo di due dosi. Anche i decessi toccano per il 65,9% chi non ha voluto «coprirsi». Il 24,7% invece lo era.
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