Luca Telese per “la Verità”
Professor Zangrillo, nel governo si è litigato per il distanziamento nei treni.
«Assurdo».
E lei che ne pensa?
«Ho sempre invocato il rispetto delle regole e del buon senso».
Quindi?
«Il divieto non è una soluzione».
Perché?
«Per me tutti i sedili occupati da gente educata e responsabile valgono più di mille posti liberi. In altre parole il problema vero non è se li occupi ma chi li occupa e come».
trenitalia misure anti coronavirus
Alberto Zangrillo, intensivista del San Raffaele, già medico di Silvio Berlusconi, animatore del manifesto dei dieci, che ha messo in dubbio la linea ufficiale seguita dal Comitato tecnico scientifico sulla pandemia: parla per la prima volta dopo le polemiche sul convegno del Senato.
Da che famiglia viene?
CORONAVIRUS PADIGLIONE SAN RAFFAELE BY FEDEZ FERRAGNI BURIONI
«Sono un italiano come tanti: mio padre era un funzionario di banca, mia madre una donna dedita alla famiglia».
Cosa voleva fare da bambino?
(Pausa teatrale) «Nulla».Nulla?(Sorride) «Non avevo ambizioni. Mi trasferisco dalla Liguria alla Lombardia, faccio le scuole a Monza. Università alla Statale di Milano».
Medicina?
«Sì, a questo punto avevo deciso: volevo fare il chirurgo».
Ma non ci riesce.
«C'era molta competizione, poca domanda, non avevo raccomandazioni né le cercavo. Serviva un piano B».
Così finisce nella carriera di rianimatore.
«All'epoca eravamo ancora "anestesisti", gli "intensivisti" non esistevano. Mi sono incuriosito a questa figura, che all'epoca sembrava ancillare, e che oggi è cresciuta enormemente di rango».
Perché?
«Nella medicina moderna l'intensivista è diventato la figura più completa, quella che deve sintetizzare tutti i saperi, dalla chirurgia alla medicina interna».
La prima grande esperienza professionale?
«A Londra, inizio anni Novanta: vedo questo mondo che cresce e cambia, in tutti i sensi».
Cosa intende?
«Ho capito che noi italiani eravamo dei provinciali. Ho visto enormi ospedali multietnici, dove lavoravano indiani, italiani, tedeschi, e gli inglesi erano minoranza. Era il futuro».
E inizia a guadagnare?
«Alt. Io dico sempre una cosa si miei studenti: "Le soddisfazioni economiche arrivano se sei bravo"».
Detto così pare troppo facile.
«Mai vero come in medicina. Il mediocre non guadagna».
In Inghilterra forse: in Italia non sempre è così.
«Perché abbiamo varianti di specie medica facilmente identificabili».
Chi?
«I marchettari».
E chi sono per lei?
«Quelli che vedono il paziente come una merce».
E lei come lo vede?
«Come una persona che ha bisogno».
Così sembra troppo buonista.
«Lo sa che io passo un terzo della mia giornata al telefono con gente che non conosco?».
E come arrivano a lei?
«In ogni modo: scrivono, chiamano. Parliamo di telemedicina, di tac, di pareri. Anche quando entro in un negozio tirano fuori un cd e mi fanno vedere gli esami».
Lei è stato il medico di Silvio Berlusconi, ma lui non sposa le sue teorie del virus.
«Siamo due persone libere».
Non ha provato a convincerlo dopo aver firmato il manifesto dei dieci?
«Affatto. Berlusconi sa una cosa di me: che io ci sarò sempre, quando sarà necessario, e basta questo. Per il resto è un rapporto paritetico in cui entrambi abbiamo le nostre idee».
E se deve indicare una sua dote cosa dice?
«L'umiltà».
Sta scherzando? Mi permetta, lei avrà tante doti, ma umile non sembra.
«Non è vero. Lo vada a chiedere a chi lavora con me. Sono la persona più attenta, anche a chi fa le pulizie, in ospedale. Mai stato un barone, nella mia vita».
Per la formazione anglosassone?
silvio berlusconi alberto zangrillo
«Per carattere: i baroni mi stanno sulle balle».
Però quando fa polemica non pare tanto dimesso.
«Ehhhh... Ma quella è un'altra storia. Sono categoricamente maldisposto nei confronti degli sparaballe».
Spieghiamolo.
«Non posso sopportare che persone prive di competenze provino a mettersi sul mio stesso piano, soprattutto a livello scientifico».
Vede? Avevo ragione io.
«Ma questa non è presunzione. È intransigenza».
Mi faccia un esempio.
«Dal 22 febbraio al 18 aprile io ho passato tutte le mie giornate solo con i malati di Covid. Non avevo orari. Non dormivo. Abbiamo fatto due trapianti di polmone...».
Ebbene?
«Poi arriva un tizio che nella vita fa lo statistico, e pretende di spiegarmi cosa sia il Covid. Non è presunzione mia. È ridicolo che senza esperienza sul campo qualcuno cerchi di pontificare su cose che non conosce».
reparto di terapia intensiva brescia 3
Per questo si è esposto?
«Non potevo accettare questa enorme mistificazione».
Quale?
«Far credere alla gente che "contagio" sia uguale a "malattia". Questo bollettino quotidiano diffuso dalla Protezione civile è una incredibile mistificazione».
Rispetto a cosa?
«Alla verità clinica. In tutto il gruppo San Donato, quello in cui lavoro, abbiamo solo 10 pazienti in cura, nessuno recente, nessuno in intensiva. Prima non c'era un letto libero. Ecco l'evidenza clinica!».
paolo bonaiuti alberto zangrillo
Quindi non bisognerebbe considerare il numero dei contagi?
«No, ovvio! Come posso considerare "gravi" i casi dei pochi che in questi giorni sono avviati a normale degenza, spesso asintomatici?».
E quale dev' essere il vero termometro?
«Ricoverati gravi e terapie intensive: ovvero quello che oggi - speriamo che questa situazione prosegua - non incontriamo da mesi».
Se fosse al posto del Cts, cosa farebbe?
«Sarei orgoglioso di essere italiano e cercherei di non favorire il terrore».
Abbiamo avuto 35.000 morti.
«E lo ricorda a me? Arrivavano tardi e gravemente ammalati, con i polmoni distrutti, eravamo costretti a metterli in rianimazione. Quei morti me li sono visti passare davanti agli occhi».
E quindi oggi cosa direbbe?
«Se continuiamo a comportarci con responsabilità non serve mantenere divieti privi di senso».
ospedale REPARTO DI TERAPIA INTENSIVA coronavirus
Esempio.
«Si possono benissimo fare un matrimonio o un battesimo e feste di laurea».
Con l'assembramento che inevitabilmente creano?
«E perché, in coda al supermercato l'assembramento oggi non c'è? In aeroporto l'assembramento non c'è? Ci vogliamo raccontare delle palle?».
silvio berlusconi alberto zangrillo
Per quale motivo?
«Il motivo non lo so. Ma io medico mi pongo il problema delle industrie e delle società di sevizio che non lavorano più perché abbiamo ucciso le cerimonie civili».
Sa che il professor Massimo Galli ha definito lei, Massimo Clementi e gli altri otto firmatari «la minoranza rumorosa»?
«Non mi interessa polemizzare con lui. Posso dire che io non ho nulla da guadagnare da questa battaglia, e tutto da perdere».
Perché lo fa, allora?
«Mi pongo delle domande. E so che il 17% di Pil in meno è una catastrofe che mi riguarda come e quanto i malati in corsia. È stato detto che il distanziamento è un grave problema, come abbiamo visto sui treni. Ma io voglio contare sul buonsenso della gente».
Ad esempio?
«Se tu hai la febbre non prendi il treno. Se sei in treno vicino a un altro passeggero usi la mascherina».
E così si abbatte il rischio?
«Ma scusi: quante occasioni abbiamo di incontrare un asintomatico? Decine al giorno».
E poi?
«Su 100 persone che incontro ne vedo 70 con la mascherina calata».
trenitalia distribuisce mascherine1
E quindi?
«Scriva che Alberto Zangrillo dice di mettere queste benedette mascherine! Ma allo stesso tempo è evidente che la violenza del virus è incredibilmente abbattuta rispetto a questo inverno. Basta ricorrere alla paura».
Chi usa la paura?
«Tanti personaggini che hanno alimentato il furor di popolo: dagli all'untore, attenti che il virus torna! Ecco, il virus oggi non è quello di prima: allora dobbiamo imparare a conviverci»
.Anthony Fauci dice: «Aspettiamo il vaccino».
«Questa è una banalità. Ovvio. Ma nel frattempo? Noi dobbiamo spiegare alle persone che con la cautela del caso possono e devono tornare alla alla vita. Lo stesso Fauci dice: "Magari avessi i numeri dell'Italia!"».
Si è pentito, dopo le polemiche, di aver accettato l'invito di Vittorio Sgarbi al famoso convegno del Senato, definito "un'adunata di negazionisti"?
«È deprimente. Ma se qualcuno prova a definirmi "negazionista" davanti a me io gli urlerei in faccia qualcosa di irriferibile».
Addirittura?
«"Negazionista" è chi nega l'Olocausto, la persecuzione degli ebrei, i crimini di Adolf Hitler. Il tentativo di squalificare le nostre posizioni accostandoci ai carnefici è infame».
Ho capito, si è pentito, ma per orgoglio non cede sul punto.
vittorio sgarbi e matteo salvini al convegno sul coronavirus in senato
«Per nulla. Io considero Sgarbi una persona molto intelligente, che talvolta eccede. Ma c'è sempre un fondo di verità nelle sue polemiche e nelle sue campagne. Anche oggi».
Quindi?
«Quel convegno ha posto - con alcuni dei migliori esperti medici e dei costituzionalisti - il tema della libertà e della cura. Per questo malgrado la campagna diffamatoria che abbiamo subito sono contento di averci partecipato».
guanti e mascherine 1 mascherine nella spiaggia 2 scuola mascherine