“IL CALDO CI AIUTERÀ CONTRO IL VIRUS” - WALTER RICCIARDI: “AL CHIUSO, CON 24° E 20% DI UMIDITÀ, PUÒ RESISTERE SU UNA SUPERFICIE PER 18 ORE. CON 35°E UN TASSO DI UMIDITÀ DELL' 80% LA SUA PERMANENZA NON SUPERA L'ORA. SE POI SI È AL SOLE BASTANO 24° E LO STESSO LIVELLO DI UMIDITÀ PERCHÉ SCOMPAIA IN DUE MINUTI - RIAVVIARE CONTEMPORANEAMENTE LA MOBILITÀ DA LAVORO E QUELLA SOCIALE AVREBBE COMPORTATO UN AUMENTO ESPONENZIALE DELLA CURVA EPIDEMICA”

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Paolo Russo per “la Stampa”

 

walter ricciardi walter ricciardi

Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Speranza ed esperto di sanità pubblica di fama internazionale, inizia a spiegarci i perché di tanta prudenza nella ripartenza quando butta lì «poi vedremo a giugno quando con il caldo umido il virus potrebbe attenuarsi».

 

Aspetti un attimo professore, ci faccia capire.

«Uno studio presentato il 24 aprile dal sottosegretario alla sicurezza interna Usa alla Casa Bianca mostrerebbe che il virus soffre il caldo umido. Al chiuso, con 24° e 20% di umidità può resistere su una superficie per 18 ore, con 35°e un tasso di umidità dell' 80% la sua permanenza non supera l' ora. Se poi si è al sole bastano 24° e lo stesso livello di umidità perché scompaia in due minuti».

 

Significa che quest' estate potremmo mollare la presa?

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«Assolutamente no, perché il virus circolerà lo stesso e dovremo continuare a rispettare le regole igieniche e sul distanziamento. Però potremmo conviverci meglio».

 

Uno studio del nostro Iss dice invece che solo il 4% dei contagi avviene nei luoghi di lavoro, il resto si verifica in Rsa, ospedali e in famiglia. Non era meglio concentrarsi lì?

«Sugli ospedali si è agito. Ora bisogna farlo in modo deciso nelle Rsa e consentire ai positivi non gravi che non sono nelle condizioni di restare in isolamento a casa di essere accolti in strutture idonee. Detto questo, oltre 100 simulazioni del Comitato scientifico mostrano che riavviare contemporaneamente la mobilità da lavoro e quella sociale avrebbe comportato un aumento esponenziale della curva epidemica. Il Paese chiedeva di poter tornare a produrre. Si è fatta una scelta».

 

Ma il 18 non rischiamo di trovarci punto e a capo senza la App per i tracciamenti, i dipartimenti di prevenzione delle Asl svuotati e 40mila medici di famiglia in panchina?

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«L'Italia e devo dire anche il Piemonte, pagano anni di disinvestimenti in sanità, in particolare dei servizi territoriali. Il ministro Speranza ha pronto un piano di rafforzamento del territorio. Ma dovremo fare tesoro di questa esperienza per rifondare il nostro Ssn, a cominciare dai medici di famiglia e dai servizi territoriali che devono lavorare in raccordo con gli ospedali».

 

Come devono comportarsi gli italiani nelle loro uscite?

«I pilastri sono sempre quelli del distanziamento e dell' igiene personale oltre che ambientale. Se vado a trovare i parenti, soprattutto se anziani, devo evitare di toccarli e se non sono sicuro di mantenere sempre il metro di distanziamento meglio tirare su la mascherina chirurgica. Poi lavarsi le mani come si entra in casa. Ma niente assembramenti. In una stanza di 30 metri quadri più di quattro meglio non essere».

 

Ma in generale le mascherine quando vanno usate?

«Tutte le volte che si entra in un ambiente chiuso e si teme di non riuscire a mantenere la distanza di sicurezza. A passeggio in strada non servono. Ma meglio portarle sempre con sé».

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E a che regole dovranno attenersi negozianti e clienti?

«Sempre le stesse, anche se dove possibile occorrerà separare porta di ingresso e di uscita, garantire il distanziamento all' ingresso e all' interno del locale. Certo, in un negozio di 25 metri quadri dovrebbero esserci solo un cliente e l' esercente.

Poi dispenser con gel igienizzante all' ingresso. Con queste accortezze, l' igienizzazione periodica dei locali e le mascherine si può fare anche la prova vestito».

 

Si potrà tornare a messa?

«Subito non era possibile, ma in queste due settimane studieremo i modelli che garantiscano una ripresa in sicurezza. Come fedele sono il primo a volerci tornare».

 

Almeno a settembre i ragazzi potranno tornare a scuola?

«Per quella data troveremo delle soluzioni. Magari alternando lezioni in classe e a distanza. Nei più giovani gli esiti dell' infezione sono più benevoli, ma proprio perché con pochi o nessun sintomo rischiano di fare da volano alla diffusione del virus. Non riaprirle ora è stata una scelta dolorosa ma necessaria».

 

E il campionato di calcio?

«La Federcalcio sta elaborando un piano. Vediamo come sarà la diffusione dei contagi a giugno. Sono un tifoso anch' io, sa».

 

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