vaccino imvanex vaiolo delle scimmie
1 - ALLARME VAIOLO TURISTA 65ENNE UCCISO DAL BATTERIO DELLA LEGIONELLA
Flavia Amabile per “la Stampa”
Il vaiolo delle scimmie è stato dichiarato emergenza globale dall'Organizzazione mondiale della sanità. Lo ha annunciato il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Nonostante non ci fosse consenso all'interno del comitato d'emergenza dell'Oms. La definizione di emergenza globale è il più alto livello di allerta dell'Oms.
vaccino imvanex vaiolo delle scimmie
«In breve, abbiamo un'epidemia che si è diffusa rapidamente in tutto il mondo attraverso nuove modalità di trasmissione di cui capiamo troppo poco», ha spiegato Tedros. Per il capo delle emergenze dell'Oms, Michael Ryan, si tratta di una decisione che punta ad assicurare che il mondo prenda sul serio l'epidemia in corso. L'allarme è legato all'aumento dei casi a livello mondiale: sono oltre 16mila quelli segnalati in 75 Paesi e 5 i decessi.
L'Europa si conferma epicentro dei contagi: 10.604 secondo l'ultimo bollettino congiunto del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e dell'Ufficio regionale per l'Europa dell'Oms (dati al 19 luglio). La definizione di emergenza globale, però, non significa che una malattia sia automaticamente particolarmente trasmissibile o letale.
In passato l'Oms ha dichiarato emergenze per crisi di salute pubblica come la pandemia di Covid-19, l'epidemia di Ebola nell'Africa occidentale del 2014, il virus Zika in America Latina nel 2016 e per la poliomielite. E al momento sono due le emergenze sanitarie attive, il coronavirus e la poliomielite.
In Italia il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, sottolinea che «la situazione è sotto costante monitoraggio». La situazione è di «massima attenzione» ma «no allarmismo». Insomma, una situazione che non desta «particolare preoccupazione». In Italia, aggiunge Rezza, « finora sono stati registrati 407 casi con tendenza alla stabilizzazione».
Evoluzione pustole vaiolo delle scimmie
Dichiarare l'emergenza globale serve principalmente come modo per attirare più risorse globali e attenzione su un'epidemia. «La valutazione dell'Oms è che il rischio di vaiolo delle scimmie è moderato a livello globale e in tutte le regioni tranne che nella regione europea, dove valutiamo il rischio come alto», ha precisato il direttore generale dell'Oms.
E ha ricordato che « è un'epidemia che si concentra tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, in particolare quelli con più partner sessuali». Si tratta, quindi di «un focolaio che può essere fermato con le giuste strategie nei gruppi giusti».
Sebbene il vaiolo delle scimmie sia presente da decenni in alcune parti dell'Africa centrale e occidentale, fino a maggio non era noto che scatenasse focolai di grandi proporzioni al di fuori dell'Africa né che si diffondesse tanto fra le persone. A maggio, però, le autorità hanno rilevato decine di focolai in Europa, Nord America e altrove. Gli esperti sospettano che i focolai di vaiolo delle scimmie in Europa e Nord America si siano potuti diffondere per via sessuale in due rave in Belgio e Spagna.
A oggi, decessi per vaiolo delle scimmie sono stati segnalati solo in Africa, In Europa, Nord America e altrove il vaiolo delle scimmie si sta diffondendo tra persone senza legami con animali né che abbiano fatto viaggi recenti in Africa. La massima esperta dell'Oms sul vaiolo delle scimmie, la dottoressa Rosamund Lewis, ha affermato questa settimana che il 99% di tutti i casi di vaiolo delle scimmie al di fuori dell'Africa sono stati rilevati in uomini e che il 98% di questi hanno rapporti sessuali con altri uomini.
2 - L'INFETTIVOLOGO GIOVANNI DI PERRI: “MALATTIA POCO TRASMISSIBILE. I NUMERI SONO IN CRESCITA MA NON È UN NUOVO COVID"
Flavia Amabile per “la Stampa”
Il vaiolo delle scimmie non è un nuovo Covid, assicura Giovanni Di Perri, responsabile del dipartimento Malattie infettive dell'ospedale Amedeo di Savoia di Torino.
L'Oms, però, ha lanciato l'allarme dichiarandolo un'emergenza sanitaria globale.
«I numeri sono in crescita quindi devono essere vigilati ma la distribuzione dei casi appare confortante».
Sono pochi?
«Mostrano una malattia scarsamente trasmissibile per un organismo che sia diverso da quelli che vivono nelle aree rurali africane dove si è sviluppata. Partiamo da un macrodato: i casi di vaiolo delle scimmie con decessi esportati al di fuori di Africa sono nulli. La mortalità indicata dall'1 al 6% riguarda le persone delle aree rurali africane. La malattia esportata al di fuori dell'Africa, invece, è scarsamente trasmissibile».
Però si è trasmessa.
«Si trasmette quando ci sono contatti stretti come è capitato nel caso del festival di Anversa dove si sono ritrovate persone omosessuali. Attenzione, però, il fatto che siano omosessuali è un pretesto casuale. Avrebbe potuto trattarsi anche di una riunione di appassionati di lotta greco-romana, sarebbe accaduta la stessa cosa.
A causare la trasmissione sono i contatti personali stretti. Al momento il 95.5% dei casi riguarda uomini, sono persone che hanno preso parte a quel festival - o altri eventi con le stesse modalità di svolgimento - o che hanno poi avuto rapporti diretti con chi ha partecipato. Si tratta quindi di un'epidemia che si mantiene nel perimetro epidemiologico dove si è creata».
Sintomi?
«La malattia esportata ha sintomi sfuggenti, poco tipici rispetto a quelli che riscontriamo nei soggetti africani. Possono apparire vescicole cutanee abbastanza simili a quelle del vaiolo anche se di dimensioni diverse e distribuite in tutto il corpo. In realtà, comunque, nei casi che stiamo esaminando i sintomi sono lievi. Difficilmente troviamo la febbre o l'ingrossamento delle ghiandole del collo. In molti casi sarebbe stato difficile persino rendersi conto che ci trovavamo di fronte a un caso di vaiolo delle scimmie se non ci fosse stato un allarme».
La possiamo, quindi, considerare un'epidemia sotto controllo?
«È un'epidemia che produce ancora casi, ma non si diffondono e trasmettono casualmente come è avvenuto con il Covid. Si trasmettono attraverso soggetti che instaurano un contatto cutaneo diretto con un soggetto che ha l'infezione. Le persone che sono a rischio perché potrebbero avere questi rapporti diretti stanno facendo un'opera di prevenzione, avvertendo tutti che devono prendere precauzioni e farsi vedere al minimo sintomo».
Serve vaccinarsi?
«Non sono state prese particolari iniziative al momento salvo negli Stati Uniti. Il vaccino indicato è quello contro il vaiolo, una malattia dichiarata eradicata nel 1980 nel mondo, In Italia la campagna vaccinale è stata abrogata nel 1981».
E la terapia da seguire?
«La Fda ha approvato un farmaco alcuni anni fa ma può darsi che non valga la pena assumerlo. Sappiamo dalla letteratura scientifica che il decorso di questa malattia fin qui descritta è veramente minimale. È vero che è la prima volta che abbiamo una diffusione così vasta in una popolazione quindi manca una letteratura sui casi, però quello che sta emergendo è un quadro confortante».
Non ci troviamo di fronte a un nuovo Covid, quindi?
«No, nel modo più assoluto. Anche chi si infetta non deve temere particolari rischi».