Simona Buscaglia per “la Stampa”
Anche se la campagna per la quarta dose agli over 60 «è stata tardiva», il vaccino attuale rimane «una valida protezione contro la malattia grave». Sarebbe poi opportuno intervenire sulle regole della quarantena, togliendo ad esempio il «tampone in uscita», semplificando così le procedure e liberando dall'isolamento dopo 7 giorni. A parlare è l'epidemiologo della Statale di Milano, Carlo La Vecchia.
Professor La Vecchia, siamo vicini al picco di questa ondata?
«Sì, entro fine mese comincerà il livellamento e poi la discesa. I contagi registrati in questa fase di Omicron 4 e 5 sono comunque meno della metà di quelli reali: i positivi potrebbero essere 3 milioni».
Gli ospedali sembrano reggere: le assenze del personale per l'estate potrebbero cambiare la situazione?
cina variante omicron BA.5.2.1
«Gli ospedali sono sotto stress non tanto per i ricoveri o per le ferie, che sono state programmate tempo fa, quanto per il personale in quarantena».
Bisognerebbe intervenire sulle regole della quarantena?
«Quelle italiane sono abbastanza rigide rispetto ad altri Paesi. Il picco di contagiosità riguarda i 2-3 giorni che precedono la comparsa dei sintomi e quelli subito successivi. Una semplificazione nelle procedure potrebbe riguardare l'eliminazione del tampone di uscita, come in Svizzera. Lì, dopo 7 giorni dalla positività, si esce dall'isolamento. Si eviterebbe la persistenza in quarantena di soggetti senza più sintomi che hanno un rischio minimo di contagiare gli altri».
Quale sarà l'andamento del virus in estate?
«L'ondata di Omicron 5 in agosto andrà ad esaurirsi. Cosa succederà dopo è difficile dirlo. Un paio di settimane fa è stata identificata la sottovariante Omicron 2.75 in India e in Europa, che ha la capacità di diffondersi nel mondo. Sul piano clinico sembra però analoga alle altre Omicron».
I decessi riguardano ancora maggiormente i non vaccinati?
«Le tre dosi danno una forte protezione contro la malattia grave e il decesso. Chi non ha ricevuto le tre dosi ha ancora un rischio 7 volte più alto di ammalarsi gravemente».
È partita la campagna per la quarta dose agli over 60 e ai fragili: è stata tardiva?
«Senza dubbio si poteva fare prima. L'efficacia della dose comincia due settimane dopo la somministrazione, tempo che vacciniamo almeno una parte degli over 60 e arriviamo già alla fine dell'ondata».
Inutile partire adesso?
«È comunque utile perché una protezione c'è, anche se l'impatto assoluto sarà limitato. Il secondo booster permette una protezione sulla malattia grave che dura dai due ai tre mesi».
Chi parla di un vaccino ormai «vecchio» si sbaglia?
«È giusto vaccinare anche con questo vaccino perché funziona sulla malattia grave. Il vaccino nuovo, quello testato e pubblicato come sicuro, è quello contro Omicron 1. Se si farà una vaccinazione di massa in autunno/inverno la dose conterrà il ceppo originario in aggiunta a quello Omicron. Con ondate che si susseguono ogni due o tre mesi è impossibile fare diversamente».
Convivere con il virus sarà la nostra nuova normalità?
«Il problema di Omicron è che produce ondate successive che non assicurano l'immunità. Prima di Omicron si parlava di immunità di gregge, ora questa logica è stata distrutta. Quanto vada avanti non si può sapere con certezza».